Qualità dell'architettura, la legge di iniziativa popolare approda in Parlamento

La proposta di legge popolare per l'architettura, promossa dal settimanale "Progetti e Concorsi" del Gruppo 24 Ore, approda in Parlamento. Il testo, che propone il rilancio del concorso di progettazione come elemento cardine per il raggiungimento della qualità del costruire e di un mercato realmente concorrenziale, è ora un nuovo progetto di legge, con numero 4492 è stato infatti presentato alla Camera, dove è iniziato il suo iter ufficiale.

L'intento generale è diffondere la cultura del progetto, invertendo l'attuale realtà tesa a privilegiare non l'idea, quanto i curricula e il fatturato dei concorrenti alle gare. L'esempio da seguire è la Francia dove il concorso di progettazione è estremamente diffuso e ad esso segue realmente la realizzazione della proposta vincitrice. Un desiderio ambizioso e diffusamente condiviso che intende concretizzarsi attraverso puntuali modifiche al Codice dei contratti al fine di raggiungere una diffusa qualità del costruire e la creazione di un mercato concorrenziale che apra anche ai più giovani ed ai piccoli studi.

Un'iniziativa che ha ottenuto in questi mesi moltissimi consensi: dal Consiglio Nazionale e dai 105 Ordini provinciali, con un appoggio che si è concretizzato durante la Conferenza Nazionale degli Ordini degli Architetti PPC, attraverso la sottoscrizione della proposta. Un forte interesse è stato espresso anche in occasione degli Stati Generali delle Costruzioni, a maggio, da imprese e società di progettazione, nonché dall'Ance e dall'Oice, e, ancor prima, dalle numerose sottoscrizioni degli interessati inviate via web, e dall'apprezzamento manifestato dall'arch. Renzo Piano.

Si ricordano i punti di cui si compone la proposta:

1. Affidare la progettazione ai professionisti
La progettazione non deve essere affidata alla pubblica amministrazione - cui spetta il solo compito di programmare e vigilare - né all'impresa. Nello specifico si propone di porre un freno all'appalto integrato, abolendo la possibilità di svolgere una gara sulla base del solo preliminare, e limitando la progettazione esecutiva e l'esecuzione dei lavori sulla scorta del progetto definitivo a pochi casi: lavori di importo inferiore a 500mila o superiore a 20 milioni di euro, opere in cui la componente impiantistica incida per più del 60% del valore complessivo e lavori di restauro o di scavo archeologico.

2. Riduzione delle trattative private
Si propone di vietarle per importi superiori ai 40mila euro. Lo scopo è limitare l'affidamento di incarichi di progettazione tramite rapporto fiduciario tra professionista e amministrazione per porre un freno ad una pratica molto diffusa ed in crescita come evidenziato dai dati Cresme che - elaborati per Progetti e Concorsi - indicano una situazione preoccupante: il 22,4% delle progettazioni viene affidata tramite trattativa privata

3. Spazio ai concorsi e risalto al progetto
Il concorso di progettazione deve diventare la procedura principale da seguire per la realizzazione di opere pubbliche, così come avviene in Francia. I dati, infatti, pubblicati da Il Sole 24 ore rilevano la pubblicazione nella nazione d'oltralpe di 1466 concorsi annui contro i 193 italiani.

4. Largo ai giovani
Viene proposta l'eliminazione della richiesta dei requisiti tecnico professionali per tutti i concorsi, compresi quelli a due gradi, generalizzandone l'accesso. I requisiti potrebbero essere accertati solo al momento dell'affidamento dell'incarico, dando la possibilità al vincitore che ne sia sprovvisto di raggiungerli associandosi con altri colleghi o studi, rimanendo, come capo-progetto, il responsabile nei confronti della stazione appaltante.

5. Cantieri certi
Per scongiurare il rischio che i progetti restino sulla carta si suggerisce di chiamare i funzionari responsabili a rispondere di danno erariale se al concorso non fa seguito la realizzazione dell'opera.

di Mariagrazia Barletta architetto

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