Recepimento della direttiva sui ritardi di pagamento, preoccupazioni dal settore edile

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo che recepisce la direttiva 2011/7/UE sui ritardi di pagamento. Una notizia attesa da tempo anche nel settore delle costruzioni, dove i crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione arrivano ormai a 19 miliardi di euro.

Ma il provvedimento sembrerebbe inefficace per tale ambito, in quanto mancherebbe un riferimento esplicito al settore dei lavori pubblici. Oggetto del DLgs - si legge nella versione circolata dopo il CdM - sono le transazioni commerciali tra imprese e tra PA e imprese. Dove per "transazioni commerciali? si intendono «i contratti, comunque denominati, tra imprese ovvero tra imprese e pubbliche amministrazioni, che comportano, in via esclusiva o prevalente, la consegna di merci o la prestazione di servizi contro il pagamento di un prezzo».

Dunque nell'ambito delle transazioni commerciali, come sopra definite, il  DLgs si applicherà ai contratti conclusi a partire dal 1° gennaio 2013. Da tale data dovranno essere assicurati tempi brevi e certi per i pagamenti: di norma 30 giorni, che potranno superare i 60 solo in casi eccezionali. Il decreto prevede inoltre una maggiorazione del tasso degli interessi legali moratori, che passa dal 7% all'8% in più rispetto al tasso fissato dalla BCE per le operazioni di rifinanziamento.

Aggiornamento del 29 gennaio 2013
Direttiva pagamenti anche per professionisti e PA. Nuova tempistica per la DL. La nuova disciplina sui ritardati pagamenti si applica anche al settore edile e, in generale, a tutti i contratti pubblici stipulati dal 1° gennaio 2013. Cambia la tempistica per i SAL e per il pagamento del saldo finale.

L'Ance e il Consiglio Nazionale degli Architetti, dare respiro al mercato delle costruzioni

Dunque, almeno nella bozza del testo sembrerebbe escluso il settore dei lavori pubblici. Una esclusione, presunta o veritiera che sia, che ha destato forti preoccupazioni e la reazione dei diretti interessati. Tra questi l'Ance, rappresentata dal suo presidente Paolo Buzzetti, che si è così espresso: «Faccio appello al governo affinché renda esplicito, in fase di recepimento, che la Direttiva Europea sui ritardati pagamenti della Pa includa anche il settore dei lavori pubblici. L'esclusione delle costruzioni sarebbe inaccettabile per un settore che sta vedendo morire le sue imprese a causa delle inefficienze dello Stato».

«L'Europa - ha aggiunto Buzzetti - ci ha chiesto un recepimento totale della Direttiva europea che impone il termine del pagamento della Pa in 30 giorni e così ci aspettiamo che sia».

Sulla stessa linea il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC: «Gli architetti italiani vantano crediti dalla P.A. per circa 500 milioni di euro sul totale di circa 2 miliardi che lo Stato deve al comparto della progettazione delle opere pubbliche. Si tratta di una situazione assolutamente insostenibile e che deve trovare soluzione in tempi brevissimi anche attraverso l'integrale recepimento della Direttiva Ue che impone tempi di pagamento tra i 30 e i 60 giorni. Solo così sarà possibile dare respiro ad un mercato - come quello della progettazione - che registra eccezionali ed insopportabili dinamiche di flessione».

«Confidiamo - aggiungono dal CNACCP - che nel recepimento della Direttiva europea venga inserito anche il settore dei lavori pubblici perché un intervento che li escludesse rappresenterebbe un colpo mortale, oltreché per il settore delle costruzione anche per quello della progettazione che - per la stragrande sua parte - è composto da studi professionali di piccole o piccolissime dimensioni».

di Mariagrazia Barletta architetto

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