Dall'autorizzazione paesaggistica al Jobs Act autonomi, dalla Scia 2 alle Ntc: le misure attese (si spera) nel 2017

Misure ad alto tasso di innovazione, pronte ad impattare sulla vita lavorativa dei professionisti, in particolare sul welfare. E poi il correttivo al nuovo codice degli appalti, l'emanazione definitiva di alcune linee guida dell'Anac e di provvedimenti attuativi delle nuove norme sui contratti pubblici (Dlgs 50 del 2016).  Atteso, inoltre, il Dpr che dovrà modificare l'autorizzazione paesaggistica semplificata.

Ed ancora i provvedimenti attuativi per la ricostruzione nei territori colpiti dagli ultimi eventi sismici (si veda l'articolo Terremoto: approvato il prezzario unico per la ricostruzione). Sono tante le misure attese nel 2017 negli ambiti dell'edilizia e della professione, alcune al palo da tempo, come il disegno di legge sul consumo di suolo ancora in Parlamento, altre invece sembrano essere vicine al traguardo finale. A sorpresa, arriva ad un punto di svolta l'aggiornamento delle Norme tecniche delle costruzioni: dopo anni di attesa, il 22 dicembre si è giunti all'intesa in Conferenza unificata. La strada ora dovrebbe essere tutta in discesa verso l'emanazione del decreto del ministero delle Infrastrutture. Prima, però, il testo dovrà passare per la Commissione europea, per la dovuta procedura di informazione comunitaria.

Autorizzazione paesaggistica semplificata

Ha da tempo ottenuto tutti i necessari pareri lo schema di Dpr messo a punto con un doppio obiettivo: da un lato, individuare un elenco di interventi ritenuti paesaggisticamente irrilevanti e quindi da escludere dall'autorizzazione paesaggistica e, dall'altro, l'identificazione di altri interventi da aggiungere a quelli che oggi godono di un iter di autorizzazione semplificato.

Sul testo si è pronunciato il Consiglio di Stato, a luglio è stata sancita l'intesa in Conferenza unificata ed ad ottobre le commissioni parlamentari competenti hanno espresso il loro parere, ma il Dpr ancora non è approdato in Gazzetta ufficiale.

Il provvedimento abrogherà il Dpr 139 del 2010, che ha introdotto l'autorizzazione paesaggistica semplificata per 39 tipologie di intervento. Secondo l'analisi dell'impatto della regolamentazione (AIR) che accompagna il nuovo provvedimento, si stima che il nuovo Dpr dimezzerà il carico di lavoro degli enti impegnati nella gestione del vincolo paesaggistico (Autorizzazione paesaggistica: 31 gli interventi che ne sono esclusi, ma non tutti sono veramente "liberi").

Per il decreto Scia 2 manca il Dm con i requisiti igienico-sanitari degli edifici

Secondo quanto previsto dal Dlgs Scia 2, sarà emanato un decreto del ministero della Salute per fissare i requisiti igienico-sanitari di carattere prestazionale degli edifici. Il decreto dovrà essere emanato entro 90 giorni dall'entrata in vigore del DLgs SCIA 2 (entro il 10 marzo 2017). Sarà in base a queste norme - e senza alcuna deroga - che, in caso di rilascio del permesso di costruire, il professionista dovrà asseverare la conformità del progetto alle norme igienico-sanitarie.

Si attende anche la messa a punto del glossario unico in materia edilizia, che avrà l'obiettivo di «garantire omogeneità di regime giuridico in tutto il territorio nazionale». Secondo quanto previsto dal Dlgs dovrà essere emanato con un decreto del Ministero delle Infrastrutture entro il 9 febbraio 2017 (60 giorni dall'entrata in vigore del decreto Scia 2).

Per rafforzare veramente il sisma-bonus manca il Dm delle Infrastrutture

Per rendere realmente appetibile il sisma-bonus serve un decreto del ministero delle Infrastrutture che vada a determinare le classi di rischio sismico. Tale Dm deve essere adottato entro il 28 febbraio 2017, almeno questa è la data fissata dalla legge di Bilancio 2017. Lo stesso provvedimento avrà il compito di definire le modalità di attestazione, da parte di professionisti abilitati, dell'efficacia degli interventi realizzati per il miglioramento del comportamento degli edifici in caso di sisma.

Fino al 2021 il bonus è fissato, infatti, al 50 per cento, ma può raggiungere una percentuale più elevata di detrazione se si scalano una o più classi di rischio. Se grazie ai lavori si riesce a "saltare" una classe di rischio, allora la detrazione spetta nella misura del 70 per cento (75 per cento nel caso di condomini). Se il passaggio è di due classi di rischio allora si può detrarre l'80 per cento della spesa sostenuta (85 per cento per i condomini). Dunque, per arrivare ad una detrazione fiscale che vada oltre il 50 per cento, serve necessariamente il Dm del ministero delle Infrastrutture, previsto dalla manovra 2017.

Appalti: verso il primo correttivo. Attesi i provvedimenti su Bim e livelli di progettazione

Il quadro normativo, profondamente mutato con il DLgs 50/2016, sarà completato con numerosi altri provvedimenti, tra i quali il decreto che dovrà definire i contenuti dei rinnovati livelli di progettazione, cambiati con il nuovo Codice. Il quale - lo ricordiamo - ha introdotto il progetto di fattibilità tecnica ed economica che va a sostituire il preliminare. Manca ancora, inoltre, il Dm che avrà il compito di decidere i tempi e le modalità per introdurre il Bim (Building information modeling) negli appalti pubblici. Inoltre, un ruolo importante avrà il primo correttivo al DLgs 50 del 2016. A prevedere l'emanazione di disposizioni integrative e correttive al nuovo codice è stata la legge delega (legge 11 del 2016), che dà tempo al Governo fino al 19 aprile per provvedervi.

Ci sono, poi, le linee guida dell'Anac, l'Autorità anticorruzione. In via definitiva, sono state varate più linee guida, tra queste quelle sui servizi di architettura e di ingegneria, quelle contenenti i criteri per la scelta dei commissari di gara e le modalità per la loro iscrizione all'apposito albo nazionale, le linee guida sull'offerta economicamente più vantaggiosa, quelle sugli affidamenti sottosoglia e sul ruolo e i compiti del Rup. In ultimo, sono state appena pubblicate le linee guida sulle cause di esclusione. Mancano, tra le altre, le linee guida che riguardano il direttore dei lavori e il direttore dell'esecuzione.

Il Jobs Act autonomi

Dopo l'approvazione al Senato, è iniziato l'esame del Jobs Act autonomi in Commissione Lavoro alla Camera. Nel provvedimento si dà forza ad un principio per il quale i professionisti si battono da tempo: la "devolution" di funzioni dalla pubblica amministrazioni alle professioni. È il principio di sussidiarietà: si tratta di «individuare tutti gli atti pubblici da rimettere alle professioni ordinistiche», con l'intento di semplificare e velocizzare l'attività della pubblica amministrazione. Per questo al ministero di Giustizia, lo scorso 29 novembre si è aperto un tavolo di confronto con i rappresentanti delle professioni: punto focale proprio il disegno di legge sul lavoro autonomo nella parte in cui prevede di valorizzare il ruolo dei professionisti nella sburocratizzazione delle procedure. 

L'apertura dei tavoli di confronto è un buon segnale, anche se la strada da percorrere è in salita: una volta approvato il Jobs Act autonomi, infatti, servirà un decreto legislativo che dovrà toccare più argomenti, individuando norme di semplificazione e atti che, trasferiti ai professionisti, possano aiutare ad "alleggerire" il contenzioso giudiziario. Si tratterà anche di mettere mano all'istituzione del fascicolo del fabbricato e alle regole che riguardano la certificazione dell'adeguatezza dei fabbricati alle norme di sicurezza ed energetiche. Una volta trasformato in legge il «Jobs Act degli autonomi», il Governo avrà 12 mesi di tempo per esercitare la delega e dunque per varare il decreto legislativo.

Tante le altre novità di interesse previste dal disegno di legge come la deducibilità totale (entro il limite di 10mila euro) delle spese sostenute per l'iscrizione a master, convegni e a corsi di formazioni e di aggiornamento professionale, l'estensione ai professionisti delle tutele per ritardato pagamento, l'attribuzione di nuovi compiti in materia di welfare alle Casse di previdenza private, e il via libera, anche per i professionisti, alla costituzione network sfruttando i vantaggi dei contratti di rete, oggi prerogativa di imprese e di Stp (Società tra professionisti). (Jobs act autonomi: via libera dal Senato. Le novità per i professionisti).

Mariagrazia Barletta

 

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