Architetti e ingegneri contro il blocco dei crediti del Superbonus per le aree terremotate: «Grave errore»

Se il Dl Salva crediti dovesse andare in Gazzetta ufficiale così come uscito dal Consiglio dei ministri dello scorso 26 marzo, andando ad «eliminare ogni tipo di sconto in fattura e cessione per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano», come ha spiegato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti al termine della riunione, andrebbe a colpire anche l'applicazione del Superbonus nelle aree devastate dai terremoti.

Sul punto hanno fatto sentire la loro voce Architetti e Ingegneri attraverso un comunicato congiunto dei rispettivi Consigli nazionali con la Fondazione Inarcassa. «Lo stop alla cessione dei crediti per le aree terremotate è un grave errore», affermano.

«Oltre al terzo settore - prosegue il comunicato -, questa stretta riguarderà principalmente il Superbonus 110% per le aree terremotate. Tale decisione sta mettendo in subbuglio, in particolare, i professionisti e le imprese che agiscono nelle zone del cratere del terremoto del 2016 in Italia centrale. I Consigli Nazionali degli Ingegneri e degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori e la Fondazione Inarcassa considerano particolarmente grave questa decisione del Governo».

«Immaginare di completare la ricostruzione delle aree terremotate in tempi rapidi e senza l'utilizzo di fondi pubblici - dichiarano - è puramente utopistico. Come abbiamo ripetutamente affermato, è necessario un sistema complessivo che agevoli l'opera di ricostruzione non che la ostacoli. Questa decisione del Governo, inusitatamente drastica, rischia di rendere impossibile l'opera di ricostruzione».

Per questo chiedono «un ripensamento e che le agevolazioni fiscali siano mantenute almeno limitatamente alle aree colpite dal sisma. Noi, come di consueto, siamo disponibili al confronto col Governo per individuare una soluzione che concili l'esigenza di tenere i conti dello Stato sotto controllo e il diritto dei cittadini colpiti dal sisma di tornare a vivere nelle proprie case».

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