Incentivi per i giovani per l'avvio di attività libero-professionale

Nel Dl Coesione 800 milioni di euro tra voucher e contributi a fondo perduto

di Mariagrazia Barletta

Arrivano incentivi, tra cui contributi a fondo perduto, per l'avvio di attività libero-professionali. Il governo li ha inseriti nel Dl sulle politiche di coesione pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e in vigore dall'8 maggio. Le misure che puntano ad incentivare l'autoimpiego sono distinte in due programmi, uno per il Centro-Nord e l'altro per le regioni del Sud.

Il decreto, che ora dovrà essere convertito in legge, affida inoltre al ministero del Lavoro il compito di definire, nell'ambito della strategia nazionale delle politiche attive, specifiche azioni a sostegno dell'avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero-professionali.

Intanto, sono delineati i due incentivi, uno denominato "Autoimpiego Centro-Nord Italia" e l'altro "Resto al Sud 2.0" dal nome della misura nata nel 2017 per sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali principalmente nelle regioni del Sud. I dettagli dovrà definirli il ministero del Lavoro con i ministeri dell'Economia e per gli Affari europei entro 30 giorni dall'entrata in vigore del Dl, ossia entro il 7 giugno.

Entrambi gli incentivi puntano ad agevolare l'avvio di attività di lavoro autonomo, imprenditoriale e libero-professionale, in forma individuale o collettiva. Sono incentivate anche le società tra professionisti.

Il Dl specifica che rientrano nei benefici anche le professioni che prevedono l'iscrizione ad un ordine o collegio professionale. Per entrambe le misure i destinatari sono gli under 35, che devono trovarsi in una delle seguenti condizioni:

Le due misure coprono tre tipologie di iniziative, ossia: l'erogazione di servizi di formazione e di accompagnamento per l'avvio dell'attività; tutoraggio per l'incremento delle competenze e concessione di incentivi.

La concessione di incentivi

In particolare, per quanto riguarda la concessioni di incentivi, si prevedono tre strade alternative.

La prima si concretizza in un voucher, non soggetto a rimborso, per l'acquisto di beni, strumenti e servizi finalizzati all'avvio dell'attività. L'importo massimo è di 30mila euro nel caso dell'incentivo "Autoimpiego Centro-Nord", ma può arrivare a 40mila per l'acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o di beni volti ad assicurare la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico. Nel caso dell'incentivo "Resto al Sud 2.0", il voucher può arrivare fino a 40mila euro per le attività che hanno sede nel Mezzogiorno, e per le zone dei terremoti del 2016 (Centro Italia) e 2009 (L'Aquila) ed è incrementabile fino a 50mila euro per l'acquisito di beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o con impatto positivo sulla sostenibilità ambientale.

La seconda opzione consiste in un aiuto per programmi di spesa del valore massimo di 120mila euro, consistente in un contributo a fondo perduto fino al 65% dell'investimento previsto per l'avvio dell'attività per il Centro-Nord e fino a quota 75% nel caso di attività con sede al Sud o nei crateri dei sismi del 2009 e 2016.

La terza è più consistente opzione consiste in un aiuto per programmi di spesa oltre 120mila euro e fino a 200mila euro. Si tratta anche in questo caso di un contributo a fondo perduto, che, però, non può superare il 60% dell'investimento per il Centro-Nord e il 70% dell'investimento nel caso di attività con sede al Sud o nei crateri dei sismi del 2009 e 2016.

Le regioni beneficiarie di "Resto al Sud 2.0"

Va specificato che le attività incentivate da "Resto al Sud 2.0" sono quelle con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna o Sicilia.

Le risorse

Per far fronte alle due misure sono stanziati 800 milioni di euro complessivi, di cui 80 milioni per il 2024 e 720 milioni per il 2025. Somme che saranno distribuite alle regioni che potranno impegnarsi in modo diretto attraverso cofinanziamenti. Gli stanziamenti andranno non solo a favorire l'avvio di attività libero-professionali, ma anche di lavoro autonomo e imprenditoriali.

I soggetti gestori

A gestire gli incentivi sarà Invitalia, mentre l'Ente nazionale microcredito si occuperà del coordinamento dell'attività formativa.

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