ZoLa : [post n° 426678]

Impresa o studio

Da dipendente nel commercio smaniavo per fare l’architetto. Ora che ho lasciato il negozio, collaboro con una ditta di ristrutturazioni in cui ho occasione di bazzicare i cantieri, ma conosco poco la professione e purtroppo non posso emanciparmi (sono abilitata ma non iscritta) né per competenze né per il poco guadagno.
Il vantaggio è che in questa collaborazione io e la ditta ci passeremmo i clienti...l problema è che finché resto a sviluppare preventivi devo imparare tutto da sola, ma a giudicare dalle proposte di lavoro, negli studi si cercano solo caddisti e renderisti, e mi pare onestamente che nessuno abbia interesse ad insegnare il mestiere; sicché penso di stare meglio dove sono ora. Come se ne esce? Sono profondamente delusa e demotivata...
marS :
torna nel commercio...
Edoardo :
Mi associo a marS, a meno che tu non abbia amici ricchi e rendite per mantenerti.
ZoLa :
Grazie per il disincanto, ragazzi! Sapevo di aver investito male il mio tempo, di aver puntato sul cavallo sbagliato, che l’Univeristà non insegna nulla di utile, ma non speravo di aver preso tre lauree per finire a vendere piastrelle. Tolta una speranza nella scuola, forse è ora che rispolveri il tedesco :/
Lolo :
Magari puoi cercare una via di mezzo tra vendere piastrelle e la libera (?) professione, ad esempio lavorando in ufficio tecnico di qualche azienda di interni o simile. Sempre ammesso che ti interessi, e che ci sia nei paraggi l'azienda giusta. Oppure sì, rispolvera il tedesco...Ma anche la vita da emigrati non è sempre facile..
ZoLa :
Temo che la libera professione sia proprio incompatibile con un lavoro dipendente sia per trattamento economico, che per gestione del tempo. Non ho ancora fatto il passo dell’iscrizione all’Albo né quello della p.i. perché mi trovo in una sorta di limbo: la collaborazione è occasionale, ma certa e in qualche modo mi permette di vivere in città. Ma prima o poi la ditta pretenderà qualcosa perché dover pagare un tecnico che non esercita da tecnico non gli conviene ed io ho troppa paura di propormi come architetto incompetente: più leggo più mi assale l’ansia per tutto quello che non so. Conosco un referente molto capace, un tecnico di esperienza quarantennale che mi toglierebbe tutti i dubbi senza riserve, ma non opera sulla città in cui sono ora, è fisicamente lontano e ha sicuramente i fatti suoi a cui badare. A vent’anni sarei partita senza riserve, ma ora ho troppo da perdere però temo pure di condannarmi alla mediocrità, all’autocommiserazione perenne.
FranzArch :
Per fare la professione un mentore prima e dei colleghi competenti poi sono fondamentali per evitare di bruciarsi perchè i dubbi all'inizio (anche dopo in realtà) sono normali ed il confronto con i colleghi è determinante.
Ovviamente devi scegliere cosa vuoi fare.
Se vuoi fare libera professione devi trovare una occupazione che ti permetta di acquisire le competenze necessarie e che ora non hai altrimenti rimarrai attaccata al salario, ma non crescerai mai professionalmente e questo alla lunga si rischia di condannarti alla mediocrità.

Venendo alla domanda quindi scegli lo studio, perchè anche da caddista o renderista, se sei sveglia, per osmosi acquisisci le competenze che ti serviranno per la professione.
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