Effimerografie

mostra

La Spezia, 25 gen - 6 feb 2005

In mostra l'eclettica attività di ricerca di Federico Marconi, architetto. Tema principale: lo spazio contemporaneo e le relazioni tra individui utilizzatori e lo spazio stesso.

Inaugurazione: martedì 25 gennaio 2005, ore 17.30

Sede: Centro "S. Allende" viale Mazzini

Orario: 9.00 - 12.00 / 14.30 - 18.00
domenica: 14.30 - 18.00 | lunedì chiuso

sito web di Federico Marconi: www.creativezonestudio.com

 


Effimerografie è il neologismo, scelto come titolo, per la mostra di Federico Marconi, un artista che costantemente giustappone nelle sue opere apparenti labilità a pretese eternità. Tramite una sorta di grafia, infatti, prendono forma realizzazioni in cui i materiali comunicano linguaggi altri e alle parole si sostituiscono o si accompagnano immagini. Non solo operatore artistico, ma anche architetto, Marconi rivela il suo spirito riflessivo in opere ermetiche ed icastiche dove il suo vissuto ritorna inconsciamente creando uno spunto per spingere l'immagine verso una proliferazione del pensiero così che le sue grafie a volte sembrano nascere una dall'altra. Nelle opere del 2002 è presente la ricerca della plurisensorialità che, l'anno dopo, viene allargata e integrata dall'utilizzo di radiografie: i sensi si leggono nella mente, ma anche nel corpo. La serie delle Ardesiografie, composte con lastre ai raggi x e schegge, sottili e taglienti, della pietra intesa come crosta terrestre, sollecita l'osservatore a scavare oltre la superficie, a percepire nella elementarità dei segni una complessità di rimandi. Il graffito, il levigato, l'opaco sono tenuti insieme da una sorta di cornice che tende a ricomporre, con estremo sforzo, i frammenti di una realtà lacerata e sconvolta dalla devastante attività dell'uomo: l'artista esprime la volontà di ricomporre l'unità, di superare i conflitti. Come in radiologia si adoperano i mezzi di contrasto per dare rilievo ai contorni dell'organo osservato, rendendone più semplice l'analisi, anche nella sperimentazione di Marconi è sempre presente una dualità opposta e dialogante, allo stesso tempo, come nelle Icnografie ovvero tracce, indizi per aiutare lo spettatore a cogliere lo sguardo dell'artista nel momento in cui opera perché la partecipazione inizia dall'osservazione. Una realtà parallela e più intima viene indagata da Marconi, grazie a uno spirito ironico, nelle ultime Logografie con le quali si instaura un immaginario dialogo in un altro momento del tempo: la presa di coscienza della propria corporeità e personalità passa attraverso l'impiego della radiografia, una sorta di identità separata, uno sguardo dal di fuori, con cui si ricompongono i frammenti di un tentativo di comunicazione altra. Queste grafie sono i segni della vita che entrano a far parte dell'immaginazione: a Marconi piace l'idea che le persone si interroghino esaminando tutta la serie di sensazioni prodotte dagli oggetti e quando si guardano queste opere si guardano i suoi pensieri.

Francesca Mariani

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