Architettura e Innocenza

presentazione editoriale e tavola rotonda

Firenze, 2 aprile 2007, ore 10.30

La galleria SESV www.sesv.net dell'Università di Firenze, ospita la presentazione del saggio Arcipelaghi e enclave di Alessandro Petti, pubblicato in questi giorni da Bruno Mondadori editore a cura di Maria Nadotti e con prefazione di Bernardo Secchi.

In che modo gli spazi della città contemporanea si stanno trasformando in nome del controllo e della sicurezza? Quali sono i modelli emergenti? A quali assetti spaziali sono riconducibili e quali sono le implicazioni sulla vita degli abitanti? E infine qual è il ruolo della politica e della progettazione urbana in questo nuovo contesto? Una panoramica su alcuni casi esemplari, da Dubai ai Territori occupati di Palestina, dal G8 di Genova 2001 alle gated community statunitensi, da Sharm el Sheikh ai Centri di permanenza temporanea europei.

Partecipano all'incontro, dedicato al tema ARCHITETTURA E INNOCENZA. Spazi e dispositivi di controllo della città contemporanea e disposto in forma di forum aperto, Lanfranco Binni, Marco Brizzi, Corrado Marcetti, Maria Nadotti.

 

"Il libro di Alessandro Petti -ha scritto Giorgio Agamben- è uno strumento indispensabile per comprendere la trasformazione degli spazi in cui viviamo sotto l'effetto dei dispositivi di controllo e di sicurezza. Nei territori palestinesi come a Genova, a Sharm el-Sheikh come a Los Angeles, la posta in gioco in questa nuova scienza dello spazio è la possibilità stessa di una vita politica."

Un libro che traccia un importante profilo del "nuovo ordine spaziale". Alessandro Petti ha catturato con precisione -afferma Lieven De Cauter- l'immagine del mondo in cui viviamo, radiografando la spina dorsale della nuova logica spaziale: arcipelago capsulare vs enclave di campi o situazioni consimili; forme di vita protette e connesse vs vite disconnesse e indifese. Questa tecnica del "chiaroscuro", di cui Israele e i Territori occupati sono il paradigma, offre un'immagine estrema e perciò estremamente chiara della nostra difficile condizione: il modello in bianco e nero del nostro futuro. 

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