Stone likes water - Hikaru Mori

PIBA Marmi - collezione bagno

PIBA Marmi presenta la collezione "Stones likes water" firmata dalla designer giapponese Hikaru Mori per l'ambiente bagno e ispirata al Wabi-Sabi.

Il WABI SABI - pervasivo naturalismo che caratterizza la cultura giapponese, da alcuni anni si è conquistato ampi spazi di apprezzamento nel gusto occidentale, facendosi sempre più strada e mutando profondamente il nostro modo di apprezzare i materiali, di pensare gli oggetti d'uso, di progettare e abitare gli spazi.

Esso cerca un equilibrio tra uomo e natura basato sul concetto di intuitività, proponendo un universo formale "morbido" e avvolgente che presuppone una percezione sfumata, un mondo rilassante e appartato fatto di oggetti invitanti che chiedono di essere avvicinati. Questo modello naturalistico assegna una netta prevalenza alla sfera intima, privata, personale rispetto a quella pubblica ed esalta l'esperienza del quotidiano, rivalutando la bellezza dei riti semplici legati alla dimensione domestica, alla cura dello spirito e del corpo.

La pratica di un tale stile di vita presuppone una cultura materiale che stimola l'arricchimento e l'espansione delle esperienze sensoriali visive, tattili, olfattive, sonore. Le superfici Wabi-Sabi sono così calde, opache, imperfette, screziate, esse si adeguano all'invecchiamento e all'usura dei materiali e la loro espressività si arricchisce con la contaminazione, l'ossidazione, la corrosione.

I materiali Wabi-Sabi sono la pietra, il legno, la ceramica, la carta e i tessuti naturali; i colori sono scuri, terrosi o vulcanici, o chiari come la canapa, i grigi argentei o sbiancati, o le tonalità intermedie della ruggine o del fango. In questo contesto materico, cromatico e formale si collocano gli elementi per l'ambiente bagno della collezione "Stone likes Water", firmata da Hikaru Mori per PIBA Marmi.

LA COLLEZIONE - La vasca Kobe, il lavabo Kyoto e il piatto doccia Osaka, ideati dalla designer giapponese e realizzati dall'azienda di Chiampo, sono frutto di una concezione tutta contemporanea del prodotto di design, ormai distante dalla civiltà oggettuale nata con l'avvento dell'industrialesimo e totalmente calata nell'ambito di un rinnovato design artigianale di terzo millennio, in cui le alte tecnologie di lavorazione convivono con la sapienza tradizionale del fatto a mano, del pezzo unico fuori serie o della serie limitata, diversificata e, soprattutto, personalizzata.

  • La vasca Kobe, dedicata principalmente ad un utilizzo professionale all'interno di SPA o centri benessere, è realizzata con lavorazione rigata sulla superficie esterna e finitura levigata grezza sulle parti interne. Il grande recipiente parallelepipedo è pensato per lasciar tracimare l'acqua che, scorrendo sulle pareti rigate, scende fino a terra dove si raccoglie in una caditoia per essere poi rimandata ad un sistema di ricircolo e depurazione. Le fitte scanalature orizzontali sulla superficie lapidea esterna amplificano l'effetto visivo di caduta dell'elemento liquido.

  • Anche il piano lavabo Kyoto è realizzato con finitura levigata grezza; l'acqua viene dapprima raccolta in un basso catino da cui successivamente tracima per scorrere in forma di velo continuo su di un piano leggermente inclinato, che la convoglia verso uno scarico a scomparsa. Nel piatto doccia Osaka lo scarico dell'acqua avviene attraverso canali laterali che confluiscono al di sotto di una lastra rimuovibile; sul piano di calpestio sono presenti rilievi smussati per il massaggio plantare.

  • A questi pezzi si aggiungono la seduta Nagoya (cubica e caratterizzata dall'impercettibile incavo della faccia superiore), la vasca Wabi (in cui un vuoto ellittico si inscrive obliquamente in un parallelepipedo di pietra) e il lavabo Fukuoka (dove l'acqua scorre ancora una volta in una caditoia nascosta).

Tutti gli elementi, comunque personalizzabili nelle scelte materiche e nelle dimensioni, sono pensati e realizzati in funzione del loro rapporto privilegiato con l'acqua: essa scorre in continuo movimento sulla loro superficie e diventa parte integrante del loro design.

L'elemento liquido si trasforma, da entità eminentemente funzionale diviene presenza emozionale che amplifica la percezione della pietra esaltandone la facies cromatica e tessiturale, invitando alla pratica di rituali d'interazione con l'oggetto o di contemplazione del suo aspetto in una dimensione di benessere globale.

HIKARU MORI - Nata a Sapporo in Giappone nel 1964, Hikaru Mori si laurea in architettura nel 1987 presso l'Università Statale di Tokyo Geijytsu Daigaku dove consegue anche, nel 1991, il dottorato di ricerca. Successivamente si trasferisce a Milano per frequentare il corso di specializzazione in architettura d'interni all'Istituto Europeo del Design; nella stessa città intraprende dal 1993 l'attività professionale in proprio, aprendo uno studio e occupandosi parallelamente di architettura e design. Dal 1997 forma con Maurizio Zito il gruppo ZITO+MORI che opera nel settore della progettazione di opere di architettura, arredo urbano, verde attrezzato e allestimenti.

Per informazioni:
- www.pibamarmi.it
- www.zitomori.com
- www.architetturadipietra.it

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