Via alla riforma Inarcassa

comunicato stampa Inarcassa

Aumento graduale del contributo soggettivo e limiti più severi per andare in pensione di anzianità, ma anche nuovi ammortizzatori sociali per gli ingegneri e architetti da finanziare con lo 0,5% annuo della contribuzione soggettiva. Sono alcune delle novità della riforma Inarcassa che, in seguito alla delibera del Comitato nazionale dei delegati che si è riunito nei giorni scorsi, entra in vigore a partire da quest'anno, con la sola eccezione dell'aumento del contributo integrativo, che scatterà dal 1° gennaio 2011. Decorrenza, quest'ultima, deliberata dal Comitato nazionale dei delegati di Inarcassa per permettere a tutti gli iscritti di adeguarsi per tempo, ad esempio nei riguardi dei contratti già in essere, al raddoppio dal 2% al 4% del contributo integrativo, cioè della maggiorazione percentuale applicata dal professionista al cliente su tutti i corrispettivi rientranti nel volume d'affari ai fini Iva.

La delibera del Comitato nazionale dei delegati ha recepito, per il resto, le indicazioni del decreto interministeriale del 5 marzo scorso, sia quanto ai tempi quanto ai contenuti della riforma per la sostenibilità. In particolare, l'aliquota del contributo soggettivo salirà di un punto percentuale, all'11,5%, a partire dal 1° gennaio 2010, e continuerà ad aumentare sempre di un punto all'anno fino ad arrivare, a regime nel 2013, al 14,5%.

Sempre dal 2010 subirà un incremento anche il contributo minimo, che passerà a 1400 euro dai 1250 attuali, per poi arrivare a 1800 nel 2013. Una quota del contributo (60 euro nel 2010 fino ad arrivare a 70 euro nel 2013) sarà destinato all'assistenza.

Assistenza

E dell'ampliamento del capitolo assistenza Inarcassa intende fare un punto cardine della sua politica, in modo che gli iscritti, a fronte del lieve aggravio contributivo introdotto dalla riforma, possano godere anche di un "ritorno" in termini di welfare. La stessa riforma stabilisce infatti che lo 0,5% del contributo soggettivo sia destinato ad attività di assistenza. Lo stanziamento annuo potrebbe aggirarsi sui 30 milioni di euro (ma è solo un'approssimazione di massima). E tra le destinazioni possibili che saranno oggetto di discussione in Comitato dei delegati, secondo le iniziali valutazioni allo studio della Cassa ci sono due direttrici: da una parte un'indennità per l'inabilità temporanea al lavoro, e dall'altra la long term care, cioè l'assistenza di lunga durata.

Nel primo caso si potrebbe ipotizzare una sorta di “reddito minimo” per sostenere il professionista costretto a stare lontano dal lavoro per un periodo di tempo, ad esempio a causa di una malattia o un incidente, eventi contro i quali attualmente i professionisti si trovano scoperti dal punto di vista della continuità reddituale.

Il secondo caso riguarda invece l'assistenza di lungo periodo per la non autosufficienza, un tema sempre più attuale dato l'invecchiamento della popolazione e la mancanza dei tradizionali sostegni familiari per le persone anziane o disabili.

Rientrano poi nel capitolo “previdenza” ma sono sempre destinate ad alleviare il peso economico della contribuzione, soprattutto in tempi di crisi, i forti sconti a giovani sotto i 35 anni, pari alla metà del contributo soggettivo per 5 anni, e a un terzo di quello minimo, sempre per 5 anni.

Pensioni

Tra le altre misure, sempre a decorrere dal 2010, l'introduzione di soglie minime di reddito (6 mila euro) e volume di affari (10 mila euro) per convalidare al professionista l'anno di anzianità per il calcolo della pensione con metodo retributivo; al di sotto di queste soglie, per l'anno o gli anni interessati varrà il metodo contributivo. La riforma prevede inoltre l'allungamento del periodo di riferimento per il computo dei redditi sui quali calcolare la pensione. Per il 2010 la quota di pensione verrà calcolata prendendo a base la media dei più elevati 20 redditi degli ultimi 25 anni, mentre a regime, nel 2014, saranno presi in considerazione i migliori 25 degli ultimi 30 redditi professionali.

A partire dal 1° luglio 2010, in conformità con la legge 247/2007, inoltre, la pensione di anzianità sarà corrisposta a coloro che sommando età, periodo di iscrizione e contribuzione a Inarcassa raggiungano una quota pari a 96, quota che arriverà a 98 nel 2013. All'importo delle pensioni di anzianità sarà anche applicato un "coefficiente di riduzione", che decresce al crescere dell'età di pensionamento, fino ad annullarsi al compimento del sessantacinquesimo anno di età.

Nel complesso, la riforma della Cassa ingegneri e architetti è in grado di allungare di ben 24 anni, dal 2042 al 2066, il periodo in cui il patrimonio sarà ancora positivo, e di altri 20 anni, dal 2035 fino al 2055, il momento in cui la riserva legale non troverà più capienza nel patrimonio.

Vedi anche:
- Approvati ufficialmente gli aumenti dei contributi Inarcassa

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