Liberalizzazioni: dall'Antitrust proposte per la riforma delle professioni

Prossima tappa le liberalizzazioni. L'esecutivo si prepara a varare un pacchetto di misure per promuovere la concorrenza. Saranno pronte a breve - ha annunciato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, «entro il 20 di questo mese». (La Repubblica). Liberalizzazioni e ad ampio raggio: energia, banche trasporti e non ultime le professioni; il tutto affidato all'ex presidente dell'Antitrust.

E proprio l'Antitrust apre uno spiraglio sui possibili contenuti del pacchetto. L'Autorità ha infatti inviato un documento con le sue proposte tecniche al Parlamento ed al Governo, ben accolte da quest'ultimo. Al suo interno alcuni correttivi per attuare la riforma delle professioni.

Aggiornamenti del 24 e 25 gennaio 2012

Tariffe, correzioni al DL 138/2011

L'Antitrust propone di eliminare definitivamente ogni residuo riferimento alle tariffe professionali rimasto dopo la loro abolizione (Decreto Bersani - DLgs 233/206) ed in seguito agli ultimi interventi legislativi, abrogando l'art. 3, comma 5, lettera d), contenuto nella Manovra estiva (DLgs 138/2011).

L'idea è infatti abolire gli ultimi vincoli alla determinazione dell'onorario del professionista, eliminando l'obbligo di riferimento al tariffario anche nei casi di contenzioso e per prestazioni a favore di enti pubblici o rese nell'interesse di terzi, così come era stabilito dalla Manovra estiva.

Organismi disciplinari autonomi, aperti ai non iscritti all'albo

Per una maggiore garanzia di imparzialità di giudizio nelle verifiche che coinvolgono gli iscritti agli albi, viene proposta un'ulteriore restrizione all'accesso agli organi che, con la riforma delle professioni, saranno istituiti per assolvere il ruolo di controllo disciplinare.

Questi organi - come impone la legge (DLgs 138/2011) - organizzati in ambito nazionale e territoriale, saranno indipendenti da quelli amministrativi e quindi preclusi ai consiglieri sia nazionali che provinciali. E - aggiunge l'Autorità - dovranno farne parte «anche membri non iscritti agli albi, e limitatamente ai Consigli territoriali, iscritti ad albi diversi da quello di appartenenza».

La determinazione di ulteriori margini nella definizione dei collegi dei nuovi organi nasce per evitare possibili conflitti di interesse che si creerebbero se un soggetto venisse giudicato esclusivamente da suoi concorrenti sul mercato.

Formazione permanente obbligatoria: un ruolo non primario per i Consigli

Nella definizione dei percorsi di formazione - secondo l'Antitrust - gli Ordini professionali non dovranno riservare a sé la gestione degli interi eventi formativi e dunque nemmeno la prerogativa di autorizzazione e riconoscimento dei corsi organizzati nel proprio ambito territoriale.

Per garantire la concorrenza e dare spazio ad altri enti formatori, l'Autorità ipotizza un ruolo marginale dei Consigli: essi dovrebbero limitarsi a fissare i requisiti minimi degli eventi formativi, uniformandoli a livello nazionale. Saranno poi gli enti ad attivare i corsi, auto-dichiarandone la rispondenza ai requisiti stabiliti, salvo poi esito negativo della verifica dei loro contenuti eseguita attraverso controlli a campione.

Verifica della veridicità della pubblicità: dagli Ordini all'Antitrust

L'Autorità propone di abolire le disposizioni della legge Bersani che attribuiscono agli Ordini professionali il potere di verifica sulla trasparenza e veridicità della pubblicità, rivendicando il ruolo di controllo come proprio, perché stabilito dal Codice del consumo (DLgs 206/2005).

di Mariagrazia Barletta architetto

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