Le radici della città nel progetto per la Piazza del Popolo a Latina

La proposta dello studio romano Microsuite si è aggiudicata una menzione al concorso nazionale di idee "l'isola", per il progetto di riqualificazione della Piazza del Popolo di Latina. Una soluzione che trae ispirazione dalle "radici", quelle che legano il presente alla storia, e quelle sommerse, che riemergevano durante la bonifica del territorio dell'Agro Pontino.

Il concorso era organizzato nell'ambito del Premio d'Architettura Ernesto Lusana, dall'Ordine degli Architetti PPC della provincia di Latina e dal Comune di Latina, in concomitanza con la ricorrenza degli 80 anni dalla nascita della città. La richiesta ai partecipanti era di riprogettare la piazza centrale, fulcro dell'impianto radiale, per risolvere alcuni problemi che hanno caratterizzato il luogo sin dalla sua fondazione post-bonifica.

Una piazza progettualmente irrisolta ma anche dalle grandi possibilità. Deputata alla sosta delle auto e a divisorio per il traffico, la piazza non ha mai sfruttato il suo potenziale di luogo di aggregazione, al contempo, però, è anche centro di un asse urbano: Tribunale-Piazza del Quadrato, ben progettato e su cui si attestano edifici significativi ed alberature che generano interessanti scorci e prospettive.

La proposta dello studio Microsuite si ispira al luogo. Evoca momenti che hanno caratterizzato la storia e le origini della città attraverso gli elementi fondanti del percorso progettuale, quali l'acqua ed il sistema del verde. La configurazione della piazza viene pensata per soddisfare le esigenze di una comunità dinamica e per migliorare la qualità della vita cittadina, dotandola di spazi con forte capacità aggregativa.

Fil rouge del percorso progettuale è l'acqua. Idealmente affiorante dalla chiusa del Quadrato, l'acqua simula una palude rappresentata da grandi vasche intervallate da alberi. Da qui si dipanano "vene" d'acqua fino a raggiungere una linea di graminacee, simbolo di ruralità, oltre la quale si apre la piazza storica. I percorsi d'acqua affiancano e intersecano quelli pedonali disegnando un intreccio. L'intreccio simboleggia le radici, intese come legame tra presente e passato, ed evoca quei «grovigli di rami e tronchi sommersi» citati da Claudio Galeazzi e Giorgio Muratore nel libro Littoria-Latina, La storia le architetture, a ricordo della storia della bonifica, quando, asciugando l'acqua si preparava la costruzione della città, ed allora emergevano i tronchi sommersi.

La piazza si solleva come una terra emersa, come un'isola: approdo dalle vie perimetrali, è sopraelevata rispetto al suo intorno. Raggiunge la quota dei lunghi porticati perimetrali ponendosi in continuità spaziale e fruitiva con gli edifici storici che la delimitano, stabilendo un nuovo rapporto d'interazione fra gli spazi semi-aperti (portici) e totalmente aperti del nuovo sistema di piazze. 

Dalla piazza "storica" si accede alla nuova piazza della "città contemporanea", i due spazi sono separati idealmente dall'asse del Corso, segnato nella pavimentazione e rafforzato dalla linea delle alberature. La piazza della "città contemporanea" è un invaso gradonato, schermato da un boschetto. Qui l'elemento acqua passa da evocazione simbolica a carattere ludico e mutevole.

La piazza è ideata per cambiare la sua immagine al mutare dei motivi di aggregazione. Una piazza viva che cambia "vestito" secondo le stagioni, con l'acqua che si ritira dalla cavea per accogliere le attività di aggregazione, sino a divenire una vera e propria pista di ghiaccio per il pattinaggio, partecipando alle scenografie festive della stagione fredda. Viene così disegnata una soluzione architettonica che si adegua agli usi già in voga nella piazza negli ultimi anni e tanto apprezzati dai cittadini di Latina.

Gruppo di progettazione:
arch. Rita Palombi (capogruppo), MICROsuite, arch. Michelangelo Costabile e arch. Roberta Pellegrino, ing. Giuseppe Viglianti.

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