Riuso e contenimento del consumo di suolo, parole che rischiano di restare sulla carta

Il Consiglio dei Ministri di sabato ha approvato un ddl per limitare il consumo di suolo agricolo. Il testo è stato proposto dai ministri delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, per i Beni e le attività culturali, Massimo Bray, dell'Ambiente, Andrea Orlando, e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi. Il disegno di legge dovrà essere approvato dalla Conferenza unificata per poi ritornare in Consiglio dei ministri ed approdare in Parlamento per diventare legge.

Un tentativo simile era stato proposto dal governo Monti, con un provvedimento del ministro Catania. Anche allora fu scelta la forma del ddl che ricevette l'approvazione della Conferenza unificata, ma poi rimase impigliato in Parlamento.

Il nuovo ddl intende valorizzare il suolo non edificato, in particolare le aree sottoposte a tutela paesaggistica e i terreni agricoli. Frenare la cementificazione per valorizzare il paesaggio e l'ambiente e per prevenire dissesti idrogeologici, questo lo scopo ultimo. «La difesa della terra - ha affermato il ministro De Girolamo - è una battaglia giusta a tutela dell'ambiente, della salute e dei paesaggi». «Culturalmente - ha sottolineato - il ddl è il segno di una sensibilità verso il riuso dell'edilizia».

Dopo aver dato definizione del consumo di suolo come «riduzione della superficie agricola per effetto di interventi di impermeabilizzazione, urbanizzazione ed edificazione non connessi all'attività agricola», il ddl rimanda ad un decreto interministeriale che, acquisito il parere della Conferenza unificata, dovrà determinare l'estensione massima di superficie agricola consumabile sul territorio italiano.

Convertito il ddl in legge, ed entrato in vigore il provvedimento, la Conferenza unificata avrà 6 mesi di tempo per stabilire criteri e modalità per attuare gli obiettivi e per decidere come effettuare il monitoraggio del consumo di suolo. Il tempo concesso per adottare il decreto ministeriale è invece 1 anno, computato anch'esso dall'entrata in vigore del provvedimento. Scaduto il periodo dei 6 mesi concesso alla Conferenza unificata, se non ci sarà alcuna deliberazione, si provvederà con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri.

È già chiaro che l'iter previsto ed i rimandi rendono le misure, che senz'altro sono lodevoli, applicabili a lunga scadenza e sempre che non si passi nel frattempo ad una nuova legislatura. Come d'altronde già accaduto. Ddl Catania docet. E' noto a tutti infatti che il termine di una legislatura si ha la decadenza del lavoro incompiuto o in corso, salvo alcune eccezioni.

Nel testo del provvedimento ancora un rimando: con un ulteriore decreto interministeriale e d'intesa con la Conferenza unificata, dovrà essere istituito un Comitato con la funzione di monitorare il consumo di superficie agricola e di controllare l'attuazione della legge.

Tra le previsioni vi è anche quella di istituire un censimento, svolto dai Comuni, delle aree già edificate ma che possono essere rigenerate, recuperate o riqualificate. Per i Comuni inadempienti il ddl propone una misura drastica: bloccare nel territorio dell'amministrazione ogni intervento edificatorio, sia esso di iniziativa pubblica o provata, che comporti consumo di suolo. Tutte iniziative lodevoli ma il timore è che rimangano sulla carta.

di Mariagrazia Barletta architetto

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