Sì definitivo al decreto Lavoro, addio al DURC cartaceo

più facile ricorrere ai contratti a tempo determinato e più flessibile l'apprendistato

La Camera ha licenziato in via definitiva il disegno di legge di conversione del decreto Lavoro. Si attende ora la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale. Confermata la «smaterializzazione» del Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC). Con la nuova legge diventa inoltre più facile ricorrere ai contratti a tempo determinato e più flessibile l'apprendistato.

Accesso al DURC solo in modalità telematica

Nessuna grande modifica rispetto a quanto era stato previsto dal decreto, se non l'obbligo per il Ministro del lavoro e delle politiche sociali di trasmettere alle Camere, entro un anno dall'entrata in vigore della legge di conversione, una relazione sugli effetti della «smaterializzazione».

Dunque, chiunque ne abbia interesse potrà verificare la regolarità contributiva nei confronti dell'INPS, dell'INAIL e, per le imprese tenute ad applicare i contratti del settore dell'edilizia, nei confronti delle Casse edili, esclusivamente in modalità telematica. L'esito dell'interrogazione avrà validità di 120 giorni dalla data di acquisizione e sostituirà completamente il documento cartaceo.

Ma la «dematerializzazione» non avrà inizio immediato. Diventerà operativa solo con la predisposizione di un decreto attuativo interministeriale, da emanare entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del decreto (20 maggio). Il decreto dovrà, tra l'altro, stabilire i casi di esclusione, e dunque le circostanze in cui la verifica non potrà essere effettuata in maniera telematica.

L'interrogazione negli archivi consentirà alle stazioni appaltanti di verificare la sussistenza della regolarità contributiva delle imprese scavalcando l'utilizzo del sistema AVCPass. La legge fissa infatti dei criteri a cui il decreto attuativo dovrà attenersi. In particolare viene previsto che l'interrogazione «assolve all'obbligo di verificare la sussistenza del requisito di ordine generale di cui all'articolo 38, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, presso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici».

Contratti a tempo determinato

Novità significative riguardano i contratti a termine che non necessitano dell'indicazione della causale per la loro stipulazione (la cosiddetta acausalità). La durata passa da uno a tre anni, mentre le proroghe concesse diventano massimo cinque. Ciascun datore di lavoro potrà, però, stipulare un numero di contratti a termine non superiore al 20% del numero di lavoratori a tempo indeterminato alle sue dipendenze. In definitiva per ogni 5 lavoratori a tempo indeterminato, potrà essere stipulato un contratto a termine. In ogni caso, anche chi ha meno di di 5 lavoratori a tempo indeterminato potrà assumere un lavoratore a termine. Il superamento del limite comporta una sanzione amministrativa: una multa di importo tra il 20 e il 50% della retribuzione mensile corrisposta al lavoratore a tempo determinato.

Semplificazione dell'apprendistato 

Introdotte modalità semplificate per la redazione del piano formativo individuale e modificate le regole che riguardano la stabilizzazione, ovvero l'assunzione con contratto a tempo indeterminato al termine del periodo di apprendistato. In particolare l'obbligo di stabilizzazione viene circoscritto alle sole imprese con più di 50 dipendenti, mentre la percentuale di stabilizzazione passa dal 30 al 20%. 

di Mariagrazia Barletta

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