Lo studio ZENO si aggiudica il concorso per il Museo di Scienze Naturali di Torino

È, ZENO, uno studio di architettura che si fonda sulla collaborazione di due giovani architetti, Andrea Zecchetti e Francesco Nobili, a vincere il concorso internazionale bandito dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (MRSN) e Fondazione OAT, per la progettazione delle aree di accoglienza, dei servizi accessori e dell'immagine coordinata del MRSN.

Al secondo posto si è classificato il lavoro di OPPS architettura, un gruppo di giovani professionisti toscani. Il terzo premio è stato assegnato al progetto Murena, realizzato da un team guidato dallo studio milanese Fosbury Architecture.

«La temporanea chiusura del Museo - spiega Antonella Parigi, assessore alla cultura e al turismo della Regione Piemonte - offre l'opportunità di un suo ripensamento complessivo, non solo in termini esclusivamente strutturali, ma di impostazione espositiva e gestionale. Analisi già compiute in passato fra il pubblico, sulla qualità dei servizi museali e sulle esigenze dei visitatori, evidenziavano la necessità di servizi quali la caffetteria, il guardaroba, il bookshop, aree relax dedicate alle famiglie e una maggiore attenzione alla comunicazione e alla segnaletica interna. Standard oggi ritenuti minimi per un museo moderno, che con questa operazione mettiamo in cantiere».

«L'elevato numero di proposte pervenute e l'alto livello qualitativo dei progetti selezionati dimostrano quanto sosteniamo da tempo: il ricorso al concorso di architettura ha il duplice vantaggio di consentire ai progettisti l'opportunità di far emergere capacità che diversamente non potrebbero trovare spazio e alle Pubbliche Amministrazioni la possibilità di favorire una riflessione sui progetti e quindi sulla qualità, sensibilizzando anche i cittadini sul valore dei luoghi in cui vivono», ha dichiarato Giorgio Giani, presidente della Fondazione OAT.

I vincitori 

Il team ZENO

ZENO è uno studio di architettura che si fonda sulla collaborazione di due giovani architetti, Andrea Zecchetti e Francesco Nobili. Il carattere multi-disciplinare alle differenti scale di progetto è l'elemento cardine della ricerca architettonica dello studio, con particolare attenzione al tema del riuso come interpretazione delle stratificazioni della storia. Ogni progetto diventa l'opportunità di esplorare la relazione tra nuovo ed esistente, cercando di non cristallizzare l'antico e di non consegnare il nuovo all'atemporalità del contemporaneo. Tramite la stretta collaborazione con l'art director Alessandro Vigoni, diverse culture creative ed esperienze professionali convergono e si contaminano in un linguaggio espressivo che va dallo spazio all'identità visiva.

Lo studio partecipa attivamente a diverse competizioni nazionali e internazionali ricevendo il 1° premio per "Europan 12, Wittemeberge (DE)", con il progetto "Re-Hub Wittenberge, Health, Wellness and Food" per la riqualifica di un area industriale sul fiume Elba, il 1° premio per il concorso "Make Your Mark in Milan" di Fondazione Fiera Milano, con il progetto "Palinsesto" per la riqualifica del padiglione 1 e 2 di FieraMilano City e finalisti al "Premio Federico Maggia 2015, Paesaggi industriali"

Il progetto

Nel progetto proposto architettura e comunicazione si traducono in una nuova iconografia. «Progettare attraverso il valore storico di un edificio significa - spiegano i progettisti - comprendere tutte le stratificazioni dell'esistente, collocarsi come tale e come un sedimento adattarsi. Interpretare questi dati permette di non cristallizzare il progetto in un'ultimo stadio, ma essere parte di un perpetuo racconto. Il carattere insediativo che viene a generarsi deriva dall'interpretazione del fondamento classico e restituisce, nella sua immagine architettonica e veste grafica, semplicità e immediatezza comunicativa. Identificare e riconoscere attraverso un'immagine, un simbolo, una parola diventa ora indispensabile per il museo».

Le nuove funzioni, non più accessorie ma elementi cardine, diventano diretta interfaccia tra utente e fruitore. «I vincoli storici dell'impianto settecentesco si traducono quindi in opportunità formale e funzionale, dove la codifica di un nuovo linguaggio classico si rende parte integrante dell'esistente determinando un diverso rapporto tra progettazione e restauro».

Al secondo posto

OPPS architettura (Filippo Pecorai, Francesco Onorati, Francesco Polci e Antonio Salvi)

Lo studio cerca di alternare la pratica professionale alla riflessione teorica sui fondamenti della disciplina. Il giovane gruppo toscano si occupa di disegnare lo spazio dove viviamo agendo tra le vene della città, tra emergenze ed occasioni, per valorizzare luoghi nascosti e farli vivere alla gente.

Al terzo posto

Fosbury Architecture

Consulenza grafica e immagine coordinata: Bianca Fabbri, Valentina Bigaran, Vittoria Marelli. Supporto impianti illuminotecnici: p.i. Claudio Zambonin. Supporto impianti meccanici: Studio De Zolt

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