Asilo di Aït Ahmed: quando una tesi di laurea diventa realtà

l'asilo pentagonale di Tommaso Bisogno e BC architects & studies

Realizzare il proprio progetto di laurea è tra le prime aspirazioni di ogni studente di architettura, l'architetto Tommaso Bisogno è riuscito nell'impresa. Neolaureato in Resilient and Sustainable Strategies alla facoltà di architettura di Gent, Sint Lucas Architectuur/ KU Leuven, decide di partire per il Marocco per costruire, in collaborazione con lo studio BC architects & studies, parte del suo progetto di tesi: una scuola per un villaggio nelle montagne Atlas.

Nasce così l'Asilo di Aït Ahmed, una nuova infrastruttura educativa che la Fondazione Goodplanet ha deciso di realizzare in aggiunta alle due piccole scuole esistenti.

Grazie a materiali e tecniche locali il nuovo edificio integra il design dell'architettura con quello del paesaggio, incorporando le dinamiche della comunità, le proprietà bioclimatiche e un nuovo stile vernacolare.

Asilo di Aït Ahmed in Marocco

Un asilo pentagonale per nuove forme di apprendimento

Distributivamente l'asilo trova posto nella zona alta del lotto, accanto agli altri due fabbricati scolastici, questa scelta permette ai progettisti di lasciare ampio spazio ad aree giochi con alberi, sedute ed altalene. L'asilo potrà quindi contare su un campo da calcio, uno spazio per fare lezione all'aperto, un'area gioco per bambini piccoli e una per i grandi. 

Tra le mura pentagonali del nuovo asilo lo spazio è attrezzato per supportare tecniche d'insegnamento alternative, con cattedre rotonde e centrali nelle aule per favorire tipologie di apprendimento più inclusive.

Materiali e tecniche locali

Il piccolo pentagono scolastico, in omaggio alla produzione locale, è realizzato in calce e pietra.

Il tetto invece è stato eseguito secondo la tecnica del tadelakt, una tecnologia utilizzata a Marrakech per isolare le cisterne d'acqua e renderle impermeabili, per l'asilo di Aït Ahmed i progettisti hanno utilizzato calce su base di terra-calce posizionata come malta isolante sopra a dei vecchi piloni della luce da esterno in legno posizionati orizzontalmente con funzione di travi.

Gli interni sono stati rifiniti con la tecnica "nouss-nouss", un "metà e metà" di terra e calce che crea un intonaco lucido e traspirante che diffonde la luce indiretta del sole.

Lo studio delle facciate è stato finalizzato ad impedire l'irraggiamento solare diretto e ad offrire ambienti freschi durante il giorno, per questo, a sud-ovest è stato progettato un doppio muro separato da un intercapedine che funge da isolante rendendo la costruzione fresca nelle ore diurne. 
Le finestre sulle facciate a nord-ovest e a sud-est sono invece incorniciate dallo spessore del muro, tagliato in diagonale dal lato più esposto al sole, in modo da impedire ai raggi solari di entrare nell'edificio in modo diretto.

La struttura è stata fatta rispettando le norme antisismiche del Marocco, con pilastri in cemento armato vicino alle aperture in facciata.

architetti: Tommaso Bisogno + BC architects & studies
architetto capo: Tommaso Bisogno | collaboratori: Marie Moens, Kaushik Ramanuja, René de Rijk
sito web: https://tommaso.cargocollective.com http://architects.bc-as.org
anno costruzione: 2018
area costruita: 100 m2
cliente: Fondation GOODPLANET 
budget: 30'000 euro

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http://architects.bc-as.org/

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