La Cabinedda. Dalla Sardegna alla Biennale di Venezia, la microarchitettura per macro processi sociali

Il paesaggio che si fa quadro grazie a una piccola architettura per "sedersi e guardare, parlare e poi ripartire". Accade a Dorgali, nel cuore della Sardegna, a metà strada tra Barbagia, Ogliastra e Baronia, dove un intervento progettuale urbano è diventato occasione di incontro, voluto o casuale.

È proprio qui che una microarchitettura - conosciuta come La Cabinedda - nata dalla necessità di sostituire una pensilina dell'autobus pericolante, è riuscita ad innescare macro processi su scala sociale divenendo, oltre che un classico mirador, anche un punto di sosta, riflessione e condivisione.

Un piccolo dispositivo architettonico che, incorniciando il paesaggio, diventa un salotto munito di comode sedute di design per favorire la nascita di relazioni sociali.  

© Mauro Prevete

la Cabinedda | progetto e struttura

Progettata dal giovane architetto Davide Fancello, la Cabinedda si inserisce in un più ampio intervento di pedonalizzazione della Circonvallazione di Dorgali, strada che consente gli spostamenti senza doversi addentrare per le vie del paese.

Nella sua essenzialità, quest'architettura minimale si configura come un semplice parallelepipedo regolare di 4m di larghezza x 2 di profondità e 2 di altezza, vetrato sul fondo e caratterizzato dalla contrapposizione materica esterno-interno, grezzo-rifinito. L'involucro in Corten si pone così in netto contrasto con il rivestimento in legno, elegantemente decorato con motivi tipici della tradizione locale e volto a ricreare un ambiente intimo, caldo ed accogliente.

L'accoglienza quasi domestica è accentuata ancor più dalla presenza di 4 sedie della collezione Linna disegnate da BAM Design che, attraverso una leggera rotazione rispetto agli assi cardinali della struttura, "in un disordine controllato", rompono la rigorosa geometria invogliando la socialità e lo stare insieme di chi, per un tempo più o meno breve ha scelto di sostarvi. 

In questo piccolo dispositivo nulla è lasciato al caso: anche la luce, studiata nel dettaglio, riveste un ruolo fondamentale, garantendo una continuità visiva e un'identità propria nelle ore diurne e in quelle notturne, frutto di numerose prove effettuate in situ durante la realizzazione. La collina del Carmelo, le sottostanti case del paese e le montagne lontane appaiono da qui come un'immagine in costante evoluzione, soggetta alle leggi del tempo e delle stagioni.

© Mauro Prevete

L'importanza di incorniciare il paesaggio
Come una microarchitettura può innescare macro processi sociali

Cosa vuol dire incorniciare il paesaggio?

Esaustiva la chiacchierata con lo stesso progettista, Davide Fancello, e Vittorio Bruno di BAM Design.

Incorniciare il paesaggio è formalmente un'azione perché guida lo sguardo - mediante accorgimenti - verso una determinata prospettiva al fine di suscitare curiosità, emozioni e attenzione. Entra quindi in gioco la similitudine del "paesaggio come un quadro", rendere accattivante qualcosa fino a quel momento dato per scontato.

Ma incorniciare il paesaggio è anche un'intenzione, ovvero uno stratagemma utilizzato per andare più a fondo e disciplinare lo sguardo all'osservazione attenta di quel determinato paesaggio, con la volontà di far nascere delle domande. La Cabinedda è quindi un luogo dello stare temporaneo legato all'attesa di un autobus, ma per sua conformazione, ottenuta mediante l'eliminazione della parete di fondo, si trasforma anche in una "stanza comune" dove è possibile incontrarsi e "dove gli spettatori diventano protagonisti, consapevoli del loro ruolo attivo nella costruzione storica della comunità e quindi del paesaggio stesso".

Incorniciare il paesaggio vuole essere, dunque, uno stimolo per la presa di coscienza di ciò che ci circonda, un primo passo verso la sua tutela e la valorizzazione.

Il successo della Cabinedda

"Un successo superiore alle aspettative" ha dichiarato lo stesso Davide Fancello: ad oggi, infatti, la Cabinedda è un punto di incontro per tutte le età. Per sua conformazione, pensata quale ambiente accogliente, è divenuta un piccolo salotto ambito dagli anziani del paese come punto di sosta durante una passeggiata salutare, dai più giovani come luogo di ritrovo.

Nella sua piccola dimensione la Cabinedda è dunque tante cose. 

È prima di tutto una buona architettura, frutto dell'ottima collaborazione tra progettista e imprese locali (perché, come ribadito dagli artigiani, "il passaggio tra estetica e tecnica è spesso complesso"); è un luogo protetto e riparato che fa gustare il paesaggio che cambia durante le varie stagioni; è un successo che ha varcato i confini della piccola realtà dorgalese arrivando fino alla Biennale di Venezia.

Un progetto che sembra cucito su misura per la call di Arcipelago Italia, lanciata lo scorso anno dal curatore Mario Cucinella e tradotta nell'allestimento degli 8 grandi libri - allegoria del viaggio e della scoperta - contenenti il lungo itinerario di oltre 100 tappe che percorre il Bel Paese in tutta la sua estensione.

di Elisa Scapicchio

© Davide Fancello

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La Cabinedda vanta un profilo Instagram.
Chiunque vi passi davanti può testare la sua comodità e immortalarla.
Le foto scattate vengono ricondivise.

Crediti
progetto: Davide Fancello
Luogo: Dorgali
realizzazione: Bam Design
anno: 2013-2015
foto: Mauro Prevete / Davide Fancello

#focus.biennale.2018 - 16. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia

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