Al rush finale il museo cantonale "des Beaux-Arts" di Losanna, firmato Barozzi-Veiga

Porte aperte il 5 e 6 aprile 2019

Da un investimento pubblico-privato e da un ambizioso progetto culturale rinasce un pezzo di città. A Losanna, in Svizzera, sta per essere completato il museo cantonale dedicato alle belle arti, firmato dallo studio italo-spagnolo Barozzi-Veiga. Il nuovo volume, che recupera una parte di un novecentesco capannone ferroviario, è solo il primo passo verso la nascita di un polo culturale e museale, vivo e attrattivo, che vedrà la luce entro il 2021 nel centro della città elvetica.

Porte aperte il 5 e 6 aprile 2019 per dare la possibilità al pubblico di scoprire la nuova architettura e celebrare la fine dei lavori.

La conclusione del museo, pietra miliare di un progetto ambizioso in divenire, è la prima tappa del piano «Plateforme 10»: entro il 2021 sarà terminato un quartiere dedicato all'arte, ossia un nuovo pezzo di città di 25mila metri quadri. Al museo cantonale «des Beaux-Arts», si uniranno infatti nel 2021 il museo «de l'Elysée» dedicato alla fotografia e il Mudac, che metterà in scena il design e le arti applicate contemporanee.

Mudac e Elysée prenderanno posto in una nuova architettura, firmata dai portoghesi Francisco e Manuel Aires Mateus, a pochi passi dal museo disegnato dal duo Fabrizio Barozzi-Alberto Veiga. Un programma urbanistico, che si completa con il recupero di un vecchio porticato e la sistemazione dello spazio pubblico del nuovo quartiere culturale, che a quel punto sarà trasformato in un luogo di scoperta, di incontro e di sperimentazione.

© PLATEFORME 10, mcb-a, Estudio Barozzi Veiga; mudac e Musée de l'Elysée, Aires Mateus e Associados

Il progetto del mcb-a (Musée cantonal del beaux-arts) prende le mosse dalla lettura del luogo: punto di partenza è la creazione di una nuova urbanità, ben connessa al resto della città. Le "halles", edificio ferroviario del Novecento, viene giudicato dai progettisti inadatto a ospitare le nuove funzioni museali e viene percepito come una barriera per lo sviluppo di quella porzione di città. Da qui la decisione di conservare solo dei frammenti del fabbricato preesistente, una scelta che permette di privilegiare la creazione di spazi pubblici di qualità all'esterno del museo. In definitiva, lo spazio pubblico diventa più importante dell'edificio stesso.

I progettisti optano per un volume semplice, un prisma di mattoni.  La facciata verso i binari (questi corrono paralleli al nuovo edificio), completamente liscia, è ravvivata dal pignone della sala centrale del fabbricato ferroviario. Sul lato opposto il prospetto è invece scandito da lame verticali in mattoni.

Le sale delle locomotive restano una fonte di ispirazione per gli architetti che ne ripropongono il carattere. Le sale del museo sono spazi neutri che permettono l'esposizione ottimale delle opere, fornendo adatte condizioni climatiche e di illuminazione.

La due giorni di «preview» ad aprile e poi l'apertura ad ottobre

Per la due giorni di aprile, il nuovo contenitore culturale della città elvetica sarà animato da un ricco programma di performance dal titolo «L'esprit des lieux» (lo spirito dei luoghi), che metterà in luce l'architettura e la sua dimensione sensoriale. Poi, da aprile a settembre, il museo sistemerà le collezioni e preparerà le mostre in vista dell'apertura definitiva al pubblico, che sarà celebrata con le giornate inaugurali del 5 e del 6 ottobre.

Un posto d'onore nelle collezioni permanenti sarà assicurato alle donazioni della gallerista ed artista Alice Pauli, tra cui opere di Pierre Soulages, Anselm Kiefer, Giuseppe Penone, Anish Kapoor. Spazio privilegiato anche per i dipinti di Zao Wou-Ki e le opere di grande valore di Auguste Rodin, Paul Klee, Fonds Balthus, Giovanni Giacometti, Félix Vallotton, Luois Soutter. Il mcb-a ospiterà anche la Fondazione Félix Vallotton, centro di eccellenza per lo studio del pittore, illustratore, disegnatore, scrittore e critico d'arte. Nel 2020 si darà il via al programma di esposizioni temporanee con un focus sulla Secessione viennese.

Il concorso del 2010, in giuria Chipperfield

© PLATEFORME 10, mcb-a, Estudio Barozzi Veiga

Il progetto dello studio Barozzi-Veiga fu scelto al termine di un concorso, che fu lanciato a luglio 2010 dallo Stato di Vaud. Furono 136 i partecipanti, di cui studi 18 selezionati. Tra i grandi nomi: Nieto Sobejano, Allied Works Architecture, Kengo Kuma, Caruso St John Architects, 51N4E, Bernard Tschumi Architects e il Pritzker Eduardo Souto de Moura. In giuria c'era David Chipperfield.

© PLATEFORME 10, mudac Aires Mateus e Associados

Tempi di realizzazione rispettati

La cerimonia della posa delle prima pietra si è svolta a ottobre 2016 e allora la previsione era quella di inaugurare a settembre 2019. Dunque, tempi rispettati. Il museo ha contato su un investimento di 84 milioni di franchi svizzeri, l'equivalente di circa 74 milioni di euro. Circa 36 milioni di franchi (quasi 32 milioni di euro) arrivano da mecenati privati. A queste cifre va aggiunto il valore del terreno, pari a circa 35 milioni di franchi, che il Comune ha messo a disposizione dell'operazione.

di Mariagrazia Barletta

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