Premio Architettura Toscana 2019. Trionfano i giovani e una nuova sensibilità verso l'ambiente e l'economia di progetto

Sono i giovani a trionfare nella seconda edizione del Premio Architettura Toscana (PAT), ben tre vincitori su sei sono infatti studi under 40, una nuova generazione emergente di progettisti che mostra come con budget modesti, un grande rispetto per l'ambiente e lo sguardo rivolto al futuro si possa intervenire sul territorio in modo contemporaneo e sostenibile.

Si tratta di Ciclostile Architettura con il recupero del Podere Navigliano e Hypnos/Nicola Brembilla con la Casetta nell'oliveto a Serravalle Pistoiese - arrivati ex aequo nella categoria opera prima - e Ecòl con il progetto Shelter #1 a Prato, vincitore della sezione spazi pubblici, paesaggio e rigenerazione.

Gli stessi principi sono presenti nelle altre tre opere vincitrici: la nuova illuminazione della Basilica di Santa Croce di Microscape, la Foresteria del pellegrino di Siloe di Edoardo Milesi & Archos e gli Arsenali della Repubblica di Pisa di Fabio Daole e Mario Pasqualetti.

La giuria infatti - composta dall'architetto Massimo Alvisi, dal professore e sociologo Giandomenico Amendola, dall'architetto Fabrizio Barozzi, dal professore e architetto Luca Molinari e dalla professoressa e architetto Francesca Torzo - è stata principalmente convinta dalla capacità dei progettisti di confrontarsi con la natura attraverso interventi minimi, essenziali, e di recuperare luoghi ed edifici sia pubblici che privati con grande economia di mezzi.

"L'affermazione di queste opere è il segno di questo tempo in cui iniziamo a pensare in maniera diversa il nostro rapporto con il mondo e sentiamo il bisogno di una nuova sobrietà anche nel costruire - commenta Tommaso Barni, presidente del comitato organizzatore del PAT - ogni architettura che realizziamo, piccola o grande che sia, porta con sé una responsabilità nei confronti dell'ambiente e perciò è necessario che l'architettura nasca da una grande chiarezza di esigenze, idee e tecnica".
Le prime due edizioni del premio "hanno messo in luce che, a fianco di una generazione di progettisti di comprovate capacità, ne sta crescendo una nuova perfettamente in grado di interpretare il nostro tempo lavorando con gesti minimi e materiali poveri". 

Il premio è organizzato da Consiglio Regionale della Toscana, Ordine degli Architetti PPC di Firenze, Federazione degli Architetti della Toscana, Ordine degli Architetti PPC di Pisa, Fondazione Architetti Firenze e Ance Toscana, con il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Architetti.

Premio Architettura Toscana 2019

Opera Prima - ex aequo

Podere Navigliano, San Giovanni d'Asso (Si) | Ciclostile Architettura

Motivazione della giuria
Il progetto è il risultato di un recupero attento del manufatto esistente attraverso l'inserimento silenzioso di pochi, chiari elementi e un controllo sensibile dei materiali e delle tecniche tradizionali.

I materiali e l'attenzione al contesto storico e ambientale rappresentano il fulcro del progetto; la reinterpretazione di elementi della tradizione ha consentito di trovare un nuovo linguaggio, una nuova estetica legata in maniera indissolubile alla tradizione.

Il progetto prevede la ristrutturazione di un podere di seicento metri quadri che si sviluppa su tre livelli, attraverso un nuovo assetto degli ambienti interni che ricrea un'abitazione unica cercando di rispettare i caratteri essenziali della tipologia tradizionale.
Al piano terra sono stati posizionati i locali di servizio (tavernette, lavanderia, spa, garage), al piano primo la zona giorno e due suite, nelle due torrette sono state localizzate le suite di maggiore pregio.

Opera Prima - ex aequo

Casetta nell'oliveto,‏ Serravalle Pistoiese (PT) | Hypnos/Nicola Brembilla

Motivazione della giuria
Il recupero di un abuso edilizio attraverso strategie ambientali e tecniche legate fortemente al contesto esistente ha consentito di riscattare una piccola ferita nel paesaggio.

Condizione di partenza di questa ristrutturazione è una casetta di mattoni forati sorta in modo non del tutto regolare nei paesaggi collinari toscani, tra ulivi, cipressi e case coloniche.

In accordo con l'ufficio tecnico comunale, per evitare una demolizione che avrebbe prodotto macerie e sprechi si è scelta la via del riuso consapevole, in modo che anche il paesaggio "potesse redimersi dall'abuso".

 

La strategia si basa sull'ammantare d'una veste lignea la preesistenza per renderla camaleontica verso la tonalità della terra, dei tronchi degli ulivi e dei cipressi circostanti.
Il perimetro murario, copertura compresa, è stato rivestito, per fini di coibentazione, con balle di paglia raccolte nei campi circostanti. Sopra d'esse sono state avvitate su appositi telai d'abete delle assi da ponte di riciclo. Le assi sono state passate a fiamma per aumentarne la resistenza nel tempo, facendo così rivivere un'antica tecnica contadina sprofondata nell'oblio.

Se gli esterni restituiscono le scure tonalità dei tronchi e della terra, l'interno è un abbagliante scrigno dorato al quale si demanda il ricordo dell'occultato involucro di paglia. 

Opera di allestimento o di interni - primo premio

Illuminazione della Basilica di Santa Croce, Firenze | Microscape

Motivazione della giuria
L'intervento è stato apprezzato per un uso attento e prezioso dell'illuminazione come strumento narrativo che consegna al cittadino una immagine inedita della facciata della chiesa e, insieme, rende vivo la piazza antistante in un dialogo inedito reso possibile da un uso innovativo delle tecnologie.

Messa a punto durante il Festival F-Light 2016, la nuova illuminazione per la facciata della Basilica di Santa Croce a Firenze gioca con l'intensità, la temperatura e il colore della luce includendo la nuova configurazione della luce statica.

La proposta prevede di dinamizzare teatralmente la superficie della facciata, facendola entrare in empatia con il passante.
La scelta di operare con luce bianca modulata attraverso la variazione della temperatura colore e del flusso luminoso, permette di mettere in scena il tempo lungo della "costruzione" e attiva con il suo "ritmo pulsante" la facciata in una sorta di membrana che assorbe e rilancia l'energia spirituale e ideale degli "illustri" che nella basilica dimorano, ricercando nel cittadino contemporaneo la partecipazione in un battito all'unisono.

Il risultato è un respiro, un battito vitale che costruisce uno spazio di coinvolgimento tra memoria storica e istanze contemporanee, tra sapienza della cultura ed esperienza di vita collettiva, tra monumento e città.

I consumi energetici inoltre sono abbattuti del 68%, mantenendo gli stessi livelli d'illuminamento di 25 lux mentre i rilievi della facciata acquisiscono una maggiore profondità nella condizione di luce statica.


foto Petrucci

Opera di nuova costruzione - primo premio

Foresteria del Pellegrino di Siloe Monastero dell'Incarnazione, Cinigiano (Gr) | Edoardo Milesi & Archos

Motivazione della giuria
Il progetto dimostra un perfetto inserimento nel paesaggio e un'attenzione alla topografia esistente sia in relazione al luogo che alla distanza ben calibrata tra i diversi corpi di fabbrica. L'appoggio a terra è studiato con attenzione e tutto l'intervento dimostra una coerenza costruttiva e una misura ammirevole.

Il progetto comprende cinque unità abitative, adibite a foresteria esterna al monastero, destinata agli ospiti occasionali della comunità di Siloe.
Inserite nella naturale conformazione del terreno, sono state costruite senza apportare alcuna modifica alla natura circostante, sperimentando una nuova forma di abitare sostenibile.

Ogni cellula abitativa, del tutto complementare alla struttura del monastero, è composta da una camera con zona cottura, bagno, balcone sul fronte nord e loggia a sud e soddisfa i requisiti richiesti dalla normativa sulle barriere architettoniche.

L'edificio, con struttura portante e tamponamenti in legno, è antisismico, traspirante, ventilato naturalmente e rispecchia i criteri di bioarchitettura per l'utilizzo di materiali naturali interamente riciclabili.

La copertura, i solai e le pareti sono traspiranti e fortemente isolati; il manto di copertura ventilato è in zinco-titanio e il legno a vista è larice lasciato all'ossidazione naturale.
In tal modo la foresteria invecchia e si modifica nel tempo, alterandosi in colori e profumi.

Opera di restauro e recupero - primo premio

Arsenali della Repubblica, Pisa | Fabio Daole, Mario Pasqualetti

Motivazione della giuria
La giuria ha apprezzato la complessiva qualità della ricostruzione sia per il ripensamento sensibile dell'architettura originale ormai in rovina, che per l'integrazione di funzioni contemporanee ben integrate nel contesto esistente.

La struttura dell'Arsenale si presentava in uno stato di degrado, un vero e proprio ruderedi grande fascino.

La ricostruzione e il restauro si è concentrata sullo sviluppo di diversi temi: dalla scoperta dei resti archeologici, dalla ricerca storica, alla ricostituzione filologica che ha guidato le scelte progettuali, agli interventi strutturali di rilevanza sismica fino all'inserimento degli impianti tecnologici necessari per la pubblica fruizione.

L'agibilità dei locali ha permesso di poter accogliere all'interno del complesso attività culturali, museali, di pubblico spettacolo e auditorium capace di accogliere fino a seicento persone.

La valorizzazione degli Arsenali della Repubblica contribuisce alla conservazione del patrimonio culturale e allo sviluppo intelligente e sostenibile, fornendo infrastrutture e servizi culturali che promuovono per unire le comunità.

Opera su spazi pubblici, paesaggio e rigenerazione - primo premio

Shelter#1, Prato | Ecòl

Motivazione della giuria
Questa piccola "navata" tecnica diventa un contributo sociale per un contesto territoriale e sociale in profonda trasformazione offrendo uno spazio d'incontro informale inedito e necessario. L'assemblaggio e l'articolazione dei pochi materiali utilizzati è esemplare.

Shelter #1 è una struttura itinerante, montata per la prima volta nel quartiere del Macrolotto 0 di Prato, all'interno di un ex piazzale industriale abbandonato.

Nell'attesa della futura cantierizzazione del piazzale per la realizzazione di un parco, l'area è stata aperta sotto forma di spazio pubblico temporaneo, permettendo alla cittadinanza l'immediata fruizione di un bene acquisito dalla pubblica amministrazione.

L'intervento fa parte di una serie di progetti pilota sulla sicurezza urbana sviluppati dal Comune di Prato e finanziati da Regione Toscana, per promuovere forme attive di controllo del territorio.

La struttura è stata di supporto a una serie di attività estive che hanno animato un quartiere privo di spazio pubblico, dove risiede una delle comunità cinesi più grandi d'Europa.

La costruzione, realizzata con sistema tubo-giunto, è stabilizzata da trentadue jersey e poggia su una piattaforma di asfalto assunta come matrice dimensionale del progetto.

La creazione del giardino attorno alla struttura è stata condotta mediante una serie di cantieri collaborativi, addomesticando la vegetazione e riutilizzando i materiali trovati in loco.

Shelter#1 è stato smontato a dicembre 2018, in primavera verrà rimontato con una nuova forma in un quartiere periferico della città.

Maggiori informazioni: www.premio-architettura-toscana.it

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