Nuovi usi, pensiline e tanto verde: così rinascono tre piazze a Monastir

ASArchitects, lo studio, con base a Ferrara, guidato da Antonello Stella, architetto e docente all'Università di Ferrara, insieme allo studio di ingegneria Narciso Piras, si aggiudica il concorso per la riqualificazione di tre spazi urbani nella città sarda di Monastir.

Si è trattato di ridisegnare le piazze Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, rispettivamente nel centro e nella zona di espansione della città, e l'area di via Macomer, al margine del centro urbano. Dare centralità e a nuovi usi ai tre spazi pubblici, molto diversi e appartenenti a tre differenti ambiti territoriali, era quanto richiesto - in estrema sintesi - dall'amministrazione comunale.

Doppia la strada indicata dall'ente banditore che chiedeva ai progettisti sia un approccio pragmatico, nel considerare il tessuto urbano e le esigenze della popolazione, ma anche idealista nel perseguire il concetto della bellezza come strumento di elevazione sociale e culturale, di innalzamento della qualità della vita, di integrazione e socializzazione.

Il costo complessivo per la realizzazione delle opere è stimato da bando in 1,6 milioni di euroAi vincitori è già stato assegnato l'incarico per lo sviluppo della progettazione fino all'esecutivo.

Il team
• Antonello Stella (capogruppo) - ASArchitects
Simone Braschi, Nadia Piton, Michele Croce, Sixin Liang, Chiara Finizza, Altea Panebianco
Con Studio di ingegneria Narciso Piras. 
Collaboratori: Niccolò Di Virgilio, Mattia Bocchini.

Poco più di un anno fa lo studio ASArchitects ha vinto il concorso per il Museo del tartufo ad Alba e Montà d'Alba. Si veda l'articolo: Prende forma il Museo del tartufo d'Alba nel progetto di ASArchitects

Tre piazze e una strategia comune

Per tutti e tre gli spazi pubblici gli obiettivi cardine individuati nel progetto sono il raggiungimento del massimo comfort e della sicurezza dei futuri fruitori e il rispetto e la valorizzazione delle peculiarità culturali e paesaggistiche del luogo. Valorizzazione o implementazione delle funzioni esistenti, utilizzo di materiali locali e di elementi tipologici tradizionali, ma reinterpretati in chiave contemporanea: sono alcune delle azioni comuni ai tre interventi. A queste si aggiunge l'introduzione di un landmark, nello specifico una pensilina, in ciascuno dei tre invasi e il miglioramento della sostenibilità ambientale, con un'attenzione particolare alla riduzione del fenomeno dell'isola di calore.

Piazza Aldo Moro dedicata alle erbe

Inserita nel tessuto storico, la piazza Aldo Moro è la più piccola tra le piazze di progetto. Riabilitare la sua funzione di area del mercato è quanto il progetto intende fare, puntando anche sull'introduzione di essenze aromatiche tipiche della Sardegna e sulla valorizzazione dell'elemento acqua. Il progetto ripristina il ruolo aggregativo che la piazza aveva, poi compromesso con l'introduzione di un tratto carrabile.

La "nuova" piazza viene pensata come uno spazio organico e continuo, quasi esclusivamente di dominio pedonale. Il principale elemento strutturante (comune alle tre piazza) è la lunga pensilina che, oltre ad ampliare le zone ombreggiate, può ospitare usi diversi. I progettisti hanno inoltre studiato le essenza da impiantare per generare un microclima confortevole per gli abitanti. Inoltre, uno specchio d'acqua risolve la testata della piazza, separandola dalla carreggiata. 

La parte alta della piazza, al riparo dal traffico, viene ridisegnata con la creazione di un'area alberata e una pavimentazione permeabile, per favorire la sosta pedonale e funzioni di aggregazione sociale intergenerazionale. Lo spazio può ospitare anche spettacoli ed eventi, per questo è stata prevista una striscia trasversale con pavimentazione diversa, che si relaziona con un blocco tecnico sotto la pensilina e può quindi diventare all'occorrenza un palchetto scenico.

L'acqua elemento strutturante per piazza Berlinguer

Piazza Berlinguer, oggi frequentata da diverse generazioni di cittadini, viene ridisegnata «in punta di matita», affermano i progettisti, ossia «senza stravolgere il suo assetto originario, ma strutturando meglio le varie funzioni ospitate, da quelle più rumorose e giocose a quelle più tranquille e multigenerazionali».

Nella proposta queste attività si fondono con quelle di contemplazione e valorizzazione del vecchio deposito originariamente utilizzato per la raccolta dell'acqua, monumento rappresentativo della piazza ma anche del paese. Migliorare il comfort ambientale di una piazza attualmente quasi esclusivamente minerale e mitigare la rumorosità delle funzioni di aggregazione e di gioco, sono alcuni degli obiettivi.

La pensilina inserita lungo l'asse trasversale diventa un elemento che valorizza la funzione di gioco. Oltre a creare spazi di sosta ombreggiata e contenere elementi impiantistici (parete attrezzata, carica biciclette elettriche, ecc...), la pensilina permette di creare un filtro visivo, acustico e funzionale ad utilizzi che possono essere percepiti come rumorosi. Nella prospettiva del deposito-monumento viene inserito un percorso d'acqua che si conclude con una fontana. Completa la proposta vincitrice, un generoso inserimento del verde. Vengono proposte numerose sedute nelle aree verdi e ombreggiate, incoraggiando altri potenziali usi della piazza.

Da slargo a piazza delle pietre per l'area di via Macomer

L'area di via Macomer, oggi uno spazio libero non strutturato e adiacente a due importanti assi stradali di percorrenza, è destinato a essere trasformato in una "piazza delle pietre". I progettisti inventano un nuovo spazio pubblico, fruibile dai residenti della zona e dell'intero paese, ma anche riconoscibile, che possa risultare attraente per i visitatori di passaggio in città.

Il progetto intende promuovere lo sviluppo dell'area rendendola una piazza-giardino-parco urbano, arricchita da funzioni di gioco e di ristoro, adatta ad ospitare eventi.  Per il progetto, i vincitori propongono l'utilizzo di pietre provenienti da diverse cave della Sardegna.

Le pietre sono immaginate «come una collezione, ciascuna con le sue peculiarità cromatiche e di trama e ciascuna collegata ad un luogo di provenienza o ad uno di arrivo», spiegano i progettisti, che concludono: «La "piazza delle Pietre" diviene così uno snodo che riprende simbolicamente la funzione originaria di Monastir - "Muristeni", probabile origine del nome, significa letteralmente sosta e rifornimento dei viandanti sul percorso - ed insieme promuove la straordinaria varietà delle pietre naturali della Sardegna».

di Mariagrazia Barletta

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