in copertina: foto © Diana Lanciotti

Era il 1964 quando, durante le riprese del film Deserto Rosso sull'isola di Budelli, il regista Michelangelo Antonioni conobbe l'imprenditore Pierino Tizzoni, impegnato nell'acquisto di terreni sul mare per costruirvi un grande villaggio turistico.

Fu proprio in quell'occasione che nacque l'amore di Antonioni per quel luogo - allora selvaggio, oggi noto come Costa Paradiso - posto ideale per la sua sognata residenza estiva.

Pochi anni dopo, nel 1968, Monica Vitti - attrice e sua compagna di vita - durante le vacanze a Cortina d'Ampezzo strinse amicizia con Dante Bini, architetto visionario, che le raccontò del nuovo sistema costruttivo e tecnologico che stava portando avanti.

La curiosità dell'attrice crebbe a tal punto da parlare di questo geniale progetto al compagno il quale, comprendendone il valore, affidò all'architetto la progettazione della villa.

La Cupola venne costruita tra il 1968 e il 1971, diventando il luogo di pace e svago di una delle coppie più amate del cinema italiano.

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La Cupola di Dante Bini, Luogo del Cuore 2020. Perché votarla.

La Cupola versa oggi in stato di completo abbandono, preda degli agenti atmosferici e del vandalismo, condizioni precarie più volte riportate sulla stampa italiana e straniera.

Attualmente la villa è chiusa e inagibile, risultando così impossibile da visitare nonostante il gran numero di appassionati e studiosi di architettura, così come di cinema, interessati al suo valore storico e architettonico.

L'inserimento di quest'opera nel censimento dei Luoghi del Cuore del FAI intende così riportare l'attenzione verso un bene culturale di tale importanza, non solo per il territorio in cui si trova, ma anche a livello internazionale.

  • Nel 2015 il Ministero dei Beni Culturali, riconoscendone il notevole interesse culturale, ha vincolato la villa per tutelarla e salvaguardarla nella sua struttura originaria.
  • Nel 2016 l'olandese Rem Koolhaas, architetto tra i più noti sulla scena internazionale e curatore della 14a Biennale di Architettura di Venezia, ha definito il progetto di Bini "una delle architetture migliori degli ultimi cento anni".
  • Sempre nel 2016 il regista tedesco Volker Sattel ha realizzato il documentario "La Cupola", protagonista di numerosi festival e rassegne cinematografiche in tutto il mondo.

La tecnologia della Binishell

L'innovativa tecnologia della cupola - nota come Binishell - venne sviluppata dall'architetto Dante Bini negli anni '60. Una soluzione geniale, che permetteva di realizzare l'edificio in brevissimo tempo grazie a un'unica gettata di cemento armato, letteralmente gonfiata e sollevata dalla presenza dell'aria al suo interno. Una volta solidificato il cemento si bucavano le pareti, ritagliando così le aperture desiderate.

Attualmente sono circa 1500 gli edifici nel mondo costruiti con questa tecnica, alla quale è inoltre riconosciuto un impatto ambientale ridotto di circa un terzo rispetto agli edifici tradizionali, garanzia dunque di sostenibilità. 

L'opera racchiude in sé diversi valori: è un significativo esempio di architettura contemporanea dal grande valore paesaggistico, sia per estetica che dal punto di vista ingegneristico e rapporto con il contesto.

Infine, ma non per importanza, si tratta di una testimonianza per la storia del cinema italiano: negli anni in cui fu abitata dalla coppia divenne, infatti, il punto d'incontro di registi, attori, artisti, poeti, intellettuali, come Tonino Guerra, Andrej Tarkovskij, Macha Méril, il pittore Sergio Vacchi e molti altri ancora. 

Foto courtesy of © FAI - Fondo Ambiente Italiano

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