«Isola.ti» la risposta salva-estate di quattro neo-architette toscane

la soluzione galleggiante per nuovi scenari balneari

La ri-organizzazione degli spazi dei litorali, per vivere in sicurezza l'estate 2020, è uno degli argomenti di tendenza più ricercati delle ultime settimane. Tante le proposte, tra queste anche quelle di molti architetti, soprattutto giovani, che hanno sfruttato la quarantena forzata per progettare delle soluzioni.

Dopo «E-State in sicurezza» avanzata da alcuni ex studenti dell'Università di Firenze, ci arriva ancora dalla Toscana una possibile alternativa per vivere il mare rispettando le regole del distanziamento sociale.

Originarie di Pisa e neo laureate in architettura anche loro a Firenze, Ludovica Aringhieri, Bianca Cartacci, Carlotta Di Sandro e Federica Frino, propongono «Isola.ti» una piattaforma galleggiante che sposta l'attenzione dalla terraferma all'acqua.

"In un momento in cui sarebbe stato facile abbattersi, abbiamo deciso di reagire con ottimismo ed entusiasmo" - hanno affermato le quattro ragazze" "Come concretizzare l'isolamento se non con un'isola?" E quindi ecco che per recuperare i posti persi negli stabilimenti a causa del distanziamento imposto e incrementare quelli delle piccole spiagge, le classiche postazioni balneari si trasformano in isole galleggianti.

Pensato in prima battuta per le spiagge, il progetto si adatta anche ad altre situazioni naturali e poco accessibili, come le scogliere o i litorali caratterizzati per la presenza delle secche, come la costa ligure, o quella livornese e può offrire l'opportunità di apprezzare laghi e bacini balneabili che con le nuove "isole" diventerebbero più facilmente fruibili.

da sinistra: Carlotta Di Sandro (1993), Federica Frino (1993), Bianca Cartacci (1993), Ludovica Aringhieri (1993) 

Piattaforme galleggianti per nuovi scenari balneari

Il progetto si concretizza a partire da una piattaforma galleggiante di dimensioni 3x3 m, ancorata al suolo e accessibile attraverso delle piccole imbarcazioni che dalla riva raggiungono le isole scelte, o autonomamente nel caso di acqua bassa.

Il modulo si sviluppa poi in 3 tipologie, studiate per assecondare le diverse esigenze:

  • la più semplice, priva di arredo e copertura, pensata per una giornata dinamica tra tuffi e abbronzatura
  • due sistemi più complessi, per garantire un maggior comfort, che prevedono l'inserimento di lettini, poltrone e diversi elementi di copertura.

Le piattaforme prevedono una struttura in compensato marino, rivestita di listelli di legno o wpc (eventualmente sostituibili dalle diverse richieste e casi di utilizzo e locazione), sostenuta da cubi galleggianti sostenibili realizzati in plastica di seconda vita.

Tipologie e tecnologia delle "isole"

Parte integrante della piattaforma, gli arredi, così come le superfici, sono impermeabili e igienizzabili a ogni utilizzo. Ogni piattaforma può essere studiata in base alle richieste della clientela, prevedendo materiali e attrezzature in linea con lo stile architettonico e filosofico della committenza.

"L'aspetto interessante è, a nostro avviso, la flessibilità delle piattaforme che creerà dei veri isolati da vivere". - spiegano le ragazze. Ogni piattaforma, pensata infatti per 2/3 persone, può essere allargata attraverso l'unione di più moduli per nuclei familiari o gruppi ristretti.

L'assemblaggio di più moduli renderà possibile, inoltre, la creazione di nuovi scenari, come i parchi acquatici per i più piccoli, spazi polifunzionali nelle diverse declinazioni artistiche come le proiezioni cinematografiche all'aperto, o aree lounge per gustare un aperitivo al tramonto.

"Isola.ti può sembrare un'idea semplice in relazione alla sua forma e alla sua natura, ma questa semplicità è proprio la sua forza. La piattaforma non ha la pretesa di proporsi come una novità assoluta, ma di essere un'architettura immediatamente percepibile, in linea col suo tempo: in questo momento in cui è necessario creare nuove postazioni, l'"isola" viene in aiuto. Inoltre, terminata questa fase drammatica, l'unione delle varie isole e la loro trasformazione in "isolati" andrà di pari passo con il recupero del valore dello stare insieme".

Finita la situazione di emergenza, infatti, le isole potranno essere facilmente riassemblate per ottenere nuove funzioni e attrezzature a disposizione degli stabilimenti balneari.

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