La storia-odissea della loggia Isozaki agli Uffizi: ok ai 12 mln dal Mibact per realizzarla (a 21 anni dal concorso)

Un progetto dalla storia travagliata, come tanti in Italia. Più volte recuperato e poi abbandonato. Tanto difeso quanto osteggiato. Ora arriva (forse) una svolta per la "nuova" uscita degli Uffizi: la loggia progettata da Arata Isozaki e Andrea Maffei, vincitrice del concorso di progettazione bandito nel lontano 1998 (stesso anno in cui venne bandito il concorso per il Maxxi), al quale parteciparono grandi nomi dell'architettura (Gae Aulenti, Mario Botta, Norman Foster, Vittorio Gregotti e Hans Hollein).

Il colpo di scena arriva con  il piano strategico «Grandi Progetti Beni Culturali» varato dal ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini, che ha ricevuto il parere favorevole della conferenza unificata Stato-Regioni agli inizi di agosto, dopo il passaggio in Consiglio superiore dei beni culturali. Degli oltre 103 milioni complessivi del piano, 12 sono stati stanziati per la realizzazione della «Loggia Isozaki».

La monumentale uscita è prevista su piazza del Grano (già piazza Castellani), ossia sul retro degli Uffizi. Se tutto filerà liscio, sarà realizzata una loggia con la quale i progettisti hanno voluto creare un legame con la memoria fiorentina e in particolare con la loggia dei Lanzi. 

«Riportare la Loggia dei Lanzi, oggetto simbolo per Firenze, in Piazza Castellani con le stesse dimensioni o proporzioni, avrebbe offerto una soluzione completa, rapportata alla monumentalità degli Uffizi ed integrabile in esso come nuovo sguardo verso il futuro», si legge sul sito di Andrea Maffei Architects.

La storia-odissea del progetto

L'architetto giapponese nel febbraio 2001 firmò la convenzione con il ministero per i Beni culturali per realizzare il progetto esecutivo e contestualmente firmò anche il protocollo con il Comune di Firenze per la progettazione preliminare di piazza Castellani. Fu allora che si scatenarono gli oppositori. Nello stesso anno l'iter venne bloccato.

«Nel frattempo, cominciò una campagna di scavi in piazza Castellani che portò alla luce reperti archeologici, identificati come un probabile pezzo della prima cerchia delle mura. Questo ritardò anche i lavori per la ristrutturazione della piazza, che comunque proseguirono dopo le necessarie indagini», si legge in un vecchio comunicato del Comune di Firenze.

Nel frattempo anche il progetto esecutivo dei "Nuovi Uffizi" (per la riorganizzazione e l'ampliamento del museo), subì una fase di stallo finché, nel febbraio 2003, il sindaco Leonardo Domenici e il ministro per i Beni Culturali Giuliano Urbani sottoscrissero un accordo per sbloccare la situazione, sia per la loggia di Isozaki sia per il progetto esecutivo degli Uffizi. L'accordo prevedeva che una quota parte di risorse stanziate dal Comune per realizzare il progetto di Isozaki, venisse utilizzata dal ministero per redigere il progetto esecutivo dei Nuovi Uffizi. In cambio il ministero si impegnava a garantire le ulteriori risorse per realizzazione dell'intero complesso delle opere, compresa la nuova uscita progettata da Isozaki.

Nel 2004 fu presentato il progetto esecutivo dei Nuovi Uffizi e realizzata la sistemazione di piazza del Grano (già piazza Castellani) così come pensata da Isozaki.

«Per quanto riguarda la loggia - si legge ancora nella ricostruzione dei fatti ad opera del Comune - nel 2004 terminò la campagna di scavi nella piazza dal cui esito, come precisato dal ministro Urbani, dipendeva il futuro del progetto. Su espressa richiesta del sindaco Domenici che a tal proposito aveva inviato al ministro una lettera, Urbani nell'ottobre 2004 annunciò che il progetto doveva essere rivisto sulla base dei reperti rinvenuti nel corso degli scavi archeologici. Nell'aprile 2005 un importante passo avanti per la risoluzione della vicenda: Isozaki, il ministero e il Comune siglarono un accordo per una nuova ipotesi progettuale dell'uscita dei Nuovi Uffizi "», la quale avrebbe dovuto valorizzare il tessuto archeologico venuto alla luce in seguito agli scavi.

A giugno 2006 arriva il via libera alla progettazione esecutiva dell'uscita e ai successi lavori di realizzazione. Nel 2007 la battaglia contro l'opera continua da parte di consiglieri comunali dell'opposizione e arriva anche un'interrogazione all'indirizzo dell'allora ministro dei Beni culturali, Rutelli.

Seguono anni di polemiche, fino a quello che è stato annunciato come punto di svolta: il recente finanziamento della loggia con i 12 milioni del piano strategico del Mibact. Una «storica decisione» l'ha definita il sindaco, Dario Nardella ringraziando il ministro Franceschini. La storia insegna che è presto per parlare di svolta e nel frattempo ci si abitua a far invecchiare i progetti prima di realizzarli, con la speranza che il riposo nei cassetti dia beneficio al progetto stesso tanto quanto l'invecchiamento in botte di un buon vino. E forse neanche le attese decennali fanno più scalpore quando le storie si ripetono con insistenza, basti pensare all'odissea - tanto per restare in territorio fiorentino - della stazione dell'Alta velocità di Norman Foster e Arup. Altro progetto, altro concorso, del lontano 2002.

di Mariagrazia Barletta

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