In Sudtirolo l'hotel incuneato nella collina (con vista Dolomiti) firmato Peter Pichler

L'architettura realizzata in soli sei mesi

Il punto di partenza è l'architettura vernacolare. La fonte di ispirazione: i tipici fienili in legno, reinventati attraverso la sovrapposizione di un particolare segno in facciata. Il segno, che semplifica e rende immediatamente comprensibile l'immagine, è dato da curve che, come archi capovolti, si susseguono per comporre una facciata chiaroscurata dalla terza dimensione dei loggiati. Il segno ancora una volta attinge dalla tradizione facendo riferimento alla forma dei forconi utilizzati dagli agricoltori.

Uno stile alpino contemporaneo contraddistingue l'hotel Milla Montis a Maranza firmato da Peter Pichler Architecture. Fondato nel 2015 dall'architetto bolzanino (in seguito ad un'esperienza come project architect per Zaha Hadid Architects ad Amburgo) e da Silvana Ordinas, laureata in Turismo all'Università delle Isole Baleari, lo studio milanese da sempre segue un approccio sperimentale, che fa della comprensione della tradizione la chiave per dar vita a radicali evoluzioni.

Fotografia di © Daniel Zangerl

L'hotel - informano allo studio Peter Pichler - è stato inaugurato lo scorso ottobre e nasce da un concorso ad inviti indetto nel 2019. In tutto trenta camere tra i prati ed i campi della Val Pusteria, meta turistica ben nota per i suoi suggestivi percorsi escursionistici. 

«Il cantiere è durato sei mesi, escluse le cinque settimane di lockdown in primavera. Cerchiamo sempre di lavorare con aziende locali, questo aiuta molto a livello tempistico», spiegano allo studio Pichler. 

Tensione e movimento grazie al gioco di arcate e loggiati

La facciata, quella rivolta a sud, è senz'altro l'elemento caratterizzante dell'architettura, realizzata con legno di larice. Non più un basamento di pietra come nell'architettura tradizionale: anche l'attacco a terra si apre alla trasparenza. La cortina di legno delle logge scende in verticale dai livelli più alti per poi sviluppare gli archi su piani inclinati che - in corrispondenza del secondo piano seminterrato - piegano verso l'interno. Difatti, per la naturale pendenza del declivio, a sud la facciata si sviluppa su tre piani mentre sul lato nord gran parte del volume finisce controterra e si eleva dal terreno per un solo piano.

Fotografia di © Gustav Willeit

Le arcate del primo livello si rincorrono sul lato sud formando dunque una sorta di porticato. Nell'ultima arcata il cambio di passo è netto: la linea curva si tende e la luce aumenta per accogliere una grande piscina a sfioro.

Fotografia di © Daniel Zangerl

Verso sud, dietro le logge, si aprono le grandi vetrate. Una trasparenza protetta grazie alla quale poter godere del panorama mozzafiato. La struttura è frammentata in quattro volumi sfalsati e di diversa dimensione. Anche le falde creano movimento grazie alla linea spezzata dalla scansione irregolare. L'obiettivo della frammentazione in più volumi non nasconde la volontà di adeguarsi alla scala degli edifici circostanti. Ne viene fuori un'architettura che guarda alla tradizione ma che ricerca anche una sua forte identità. Quanto alla struttura, sono stati impiegati cemento armato nei due piani seminterrati e legno per l'ultimo piano.

Gli interni sono semplici e il senso di accoglienza è dato da uno stile alpino senza tempo. Il legno di frassino si combina con i tipici tessuti in loden verde, aggiungendo un tocco di colore in continuità con la tavolozza naturale del paesaggio circostante.

di Mariagrazia Barletta

  I CREDITI DEL PROGETTO 
PETER PICHLER ARCHITECTURE TEAM:
PPA Principals: Peter Pichler, Silvana Ordinas
PPA Competition Design Team: Peter Pichler, Cem Ozbasaran, Giovanni Paterlini, Marco Caprani, Alessandro Altamura

PPA Project Team: Peter Pichler, Simona Alù, Giovanni Paterlini, Cem Ozbasaran

INTERIORS: Peter Pichler Architecture
STRUCTURAL ENGINEERING: iPM
MEP: Reichhalter
CONSTRUCTION COMPANY: Gasser Paul

WOOD CONSTRUCTION: Brida
ELECTRO PLANNING: Studio E-Plan
PROJECT MANAGEMENT: Michaeler & Partner
PHOTOGRAPHY: Gustav Willeit, Daniel Zangerl, Jörgen Camrath

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