Due volumi di travertino, lineari ed eleganti, si guardano e dialogano, connessi dagli ampi spazi verdi di una grande corte rettangolare: tra i progetti da ricordare di questo 2020, non può certamente mancare il complesso residenziale di Gallarate firmato dal grande maestro portoghese Álvaro Siza in collaborazione con COR Arquitectos.

Già nota per la presenza di opere architettoniche di rilievo, come la Casa del Fascio di Giulio Minoletti, il complesso residenziale di Aldo Rossi (completato dopo la sua morte) e la più recente struttura commerciale-residenziale di Mario Botta, la cittadina lombarda aggiunge così un nuovo fiore all'occhiello. Un progetto che, seppur di matrice privata, riporta il premio Pritzker - ancora impegnato con la stazione della metropolitana Municipio a Napoli - nel nostro Paese.

Situato all'interno dell'area paesaggistica del Parco del Ticino - e pertanto sottoposto a vincolo - il complesso prende forma all'interno di un lotto vuoto vicino al centro storico di Gallarate, precisamente all'incrocio tra via Roma e via Postporta.

Anche qui, Siza riesce a trovare l'equilibrio, mantenendo i tratti della scuola portoghese senza mai negare il contesto di riferimento: il principio è quello della progettazione interpretativa, con al centro lo spirito dei luoghi unito alla ricerca di una continuità culturale e morfologica, dove i tratti riconoscibili della sua opera si declinano in "variazioni controllate" armonicamente inserite nel contesto.

La peculiarità dell'intervento risiede, infatti, nella reinterpretazione della corte lombarda attraverso un sistema di corti/patii che rendono permeabile il lotto e che permette, in orari prestabiliti, di percorrere il viale privato per passare da via Roma a via Postporta.

schizzo di progetto © Álvaro Siza

© Francesca Ióvene - fōndaco studio

I richiami alla facoltà di Porto si mescolano alla tipologia della corte lombarda, con riferimenti che vanno da Asnago & Vender e Gio Ponti, fino a Ignazio Gardella, Piero Portaluppi e Aldo Rossi.

Il risultato è un complesso connotato da linearità, equilibrio e orizzontalità, dove l'articolazione di pieni e vuoti dei due volumi genera uno spazio urbano di quiete che fa dimenticare la condizione caotica della città e in cui le geometrie regolari e spezzate dei portali d'ingresso, le cornici delle logge, le coperture di zinco delle pensiline, dialogano con le decorazioni floreali in cemento - di ispirazione viennese - delle finestre del complesso Borgomanieri, situato di fronte.

Un progetto iniziato nel 2012 (anno in cui la famiglia Bonicalzi - proprietaria del lotto e costruttrice - gli commissionò la realizzazione del complesso) che, nel corso di questi otto anni, ha visto le ripetute visite in Italia del maestro, "vissute come fosse un cantiere degli anni '50/'60, dove si disegnava tutto in scala ridotta e si realizzava da disegno" - spiega Roberto Cremascoli di COR Arquitectos.

Álvaro Siza in cantiere | foto © Roberto Cremascoli

foto © Francesca Ióvene - fōndaco studio

Geometrie e relazioni: estetica e tecnologia

Sul lotto di 50 x 60 metri, i due edifici - con struttura in cemento armato con post tensionamento - posti a 10 metri l'uno dall'altro, danno luogo a una corte allungata, in cui convivono le due differenti tipologie costruttive: da una parte, quello più piccolo su via Roma, corpo autonomo di una villa moderna; dall'altra, verso l'interno, quello a forma di U, una palazzina a corte che si relaziona con la parte più antica della città.

"Non abbiamo utilizzato tutta la cubatura in altezza - spiega ancora Roberto Cremascoli - ma siamo rimasti in linea di gronda con il centro città. Un atteggiamento chiaro che Siza mantiene sempre quando si confronta con i centri storici" .

Giocando con i 15 metri di profondità, disposti su quattro piani fuori terra con orientamento est-ovest per favorire l'orientamento solare e doppio affaccio per la ventilazione naturale, i 20 appartamenti hanno dimensione variabile dai 75 ai 270 mq e un'autorimessa per 94 posti auto. Ogni modulo abitativo, levati servizi comuni e i garage con 2 posti auto e una cantina, ha le sue peculiarità: al piano terra, ampi giardini si connettono direttamente ai percorsi pubblico/privati; i piani superiori, con le logge di due metri di profondità, consentono di vivere la spazialità esterna. Infine, gli ultimi piani, dotati di grandi terrazze permettono di estendere lo sguardo su tutta Gallarate.

Oltre che a quota zero, l'elemento verde caratterizza anche le coperture, costituite in parte da giardini pensili e in parte da pannelli fotovoltaici. L'attenzione all'efficienza energetica è evidenziata, inoltre, dalla presenza di sonde geotermiche, impianto utilizzato sia per il riscaldamento - rigorosamente a pavimento - che per l'acqua calda sanitaria.

Non manca l'attenzione al dettaglio, visibile nelle geometrie dei portali d'ingresso, nel travertino che scende fino al livello delle autorimesse (che appaiono come un museo anche grazie all'integrazione della luce naturale,) fino ai parapetti, richiamo alla tradizione Bauhaus, con rete elettrosaldata scelta personalmente dal maestro e fatta arrivare direttamente dal Portogallo.

Per il progetto esterno, invece, oltre alle pavimentazioni battute in pietra macinata, la cura delle essenze vegetali è stata affidata a un esperto locale, garantendo una perfetta integrazione tra verde e costruito.

A conclusione del progetto, infine, una fontana disegnata da Siza con citazione a Barragán, il cui progetto, non ancora realizzato, è previsto nei prossimi mesi.

© Francesca Ióvene - fōndaco studio

di Elisa Scapicchio

CREDITI DI PROGETTO:
Cronologia: 2012-2020
Sito: Gallarate (Varese), Italia
Programma: Residenziale - Appartamenti
Superficie Lotto: 3 266 mq
Appartamenti: 20
Progettisti: Álvaro Siza & COR arquitectos (Roberto Cremascoli, Edison Okumura, Marta Rodrigues
Direzione Lavori: Luca Morganti, Alessandro Bonicalzi
Ingegnere strutturista: Alberto Battioni
Calcolatore solai post tensionati: Piero Perucchini
Collaudatore statico: Pietro Boerio Termotecnica, Elettrotecnica,
Acustica: Gamma Progetti Coordinatore
Sicurezza: Claudio Grimoldi
Collaboratori: Andrea Alberio, Massimo Bassani, Francesco Beia, Alessandro Fontana
Costruttore: Bonicalzi Costruzioni

 

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