La Casa museo di Gramsci a Ghilarza va a un team sardo di under 35

I giovani architetti si aggiudicano il concorso internazionale di progettazione bandito dall'Unione dei Comuni del Guilcier

di Mariagrazia Barletta

Sono Fabiana Ledda, Riccardo Onnis e Federica Carta, giovani architetti under 35, i vincitori del concorso internazionale di progettazione, bandito dall'Unione dei Comuni del Guilcier, per ampliare e valorizzare l'attuale casa-museo di Antonio Gramsci a Ghilarza (Oristano), dedicata ad uno dei più grandi intellettuali del Novecento.

Il progetto coinvolge la casa-museo, l'ex sede del Pci, l'ex prefettura e un altro edificio adiacente al museo per dar vita ad un percorso espositivo interattivo e contemporaneo, dove troveranno spazio, oltre all'esposizione permanente, anche diversi servizi e funzioni complementari, tra cui un auditorium, spazi per esposizioni temporanee, sale per proiezioni ed attività laboratoriali, un bookshop e il prezioso archivio.  L'architettura rielabora in chiave contemporanea la tipologia della casa campidanese e risolve l'ampliamento con un innesto contemporaneo.

L'intervento, che si inserisce nel progetto di sviluppo territoriale approvato dalla Regione Sardegna e finanziato per 1 milione di euro con risorse del programma Fsc 2014-2020, ha una rilevanza strategica per lo sviluppo turistico-culturale del Centro Sardegna. 

A partire dunque dalla casa in cui Gramsci visse dal 1898 al 1911, dichiarata monumento nazionale nel 2016, verrà costituita una cittadella museale per far conoscere approfonditamente la personalità, la formazione e la figura di Antonio Gramsci che ebbe la capacità di affrontare problemi ancora attuali, come: le contraddizioni tra sviluppo economico e strutture istituzionali, la formazione di classi dirigenti e la complessità della moderna società industriale.

La casa di Gramsci a Ghilarza ha una storia intensa: già punto di riferimento di intellettuali, centro di documentazione e ricerca sull'opera gramsciana e luogo di dibattito, divenne casa-museo nel 1975 con l'allestimento museale ed il percorso espositivo firmati da Cini Boeri (purtroppo scomparsa a settembre 2020) con la studiosa Elsa Fubini. Grazie alla collaborazione tra la Fondazione casa museo Antonio Gramsci e il dipartimento Dicaar dell'Università di Cagliari, sono state gettate le basi per l'ampliamento e la valorizzazione del piccolo museo.

 I vincitori hanno previsto la demolizione dell'unità adiacente alla casa-museo e dell'ex sede del Pci «compromessi - spiegano - da manomissioni incoerenti rispetto agli assetti originari», per innestare nel tessuto urbano un corpo unico configurato in modo da relazionarsi armoniosamente e funzionalmente con la casa-museo. Il nuovo volume interpreta la tipologia della casa campidanese, di cui riprende il corpo abitativo e la corte di pertinenza.

Il prospetto del nuovo edificio è caratterizzato da un'ampia vetrata che favorisce le interazioni con visitatori e passanti. «I materiali esterni - spiegano gli architetti - sono quelli della tradizione: intonaco di calce e basalto scuro. Tutto, nella facciata, esprime con chiarezza la contemporaneità dell'intervento, che deve comunque le sue caratteristiche ad un dialogo serrato con la casa-museo. Alcuni elementi sono ripresi in continuità con l'esistente (come i pannelli in pietra all'attacco a terra dell'edificio). Altri, più marcatamente contemporanei, configurano le proporzioni in base alle linee e ai volumi della casa-museo».

Legno e intonaco caratterizzano l'interno che gode della luminosità naturale. Dal nuovo ingresso si accede alla sala di accoglienza-bookshop, che funge da diaframma tra lo spazio esterno e quello interno del museo. Le grandi vetrate speculari sulla strada e sulla corte interna generano una forte permeabilità visiva. La nuova corte entra inoltre in dialogo con quella esistente riprendendone forma e proporzioni. 

Il progetto prevede di mantenere inalterate le caratteristiche di spazialità, matericità e luminosità degli ambienti esistenti nel rispetto dell'eredità storica e architettonica anche recente dell'edificio. Fanno eccezione le sole teche espositive progettate da Cini Boeri: l'idea è di riposizionarle per consentire una migliore fruizione degli ambienti e al contempo esaltare la loro spazialità. Una sala sarà dedicata all'esperienza di realtà virtuale che permetterà di ripercorrere i luoghi dell'infanzia ed altre fasi della vita di Gramsci. Proiezioni di materiale multimediale e un percorso inclusivo di esperienza tattile arricchiranno l'esperienza di visita.

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