"Il venticinquesimo numero di Cronache annuncia agli amici della Rinascente un importante avvenimento nella vita aziendale: l'apertura della nuova grande filiale di Roma in Piazza Fiume".

Era il 1961 e, su Cronache Rinascente Upim, anno XV, veniva pubblicata la grande notizia.

La nuova apertura proseguiva l'operazione commerciale iniziata con la nascita del grande magazzino di Piazza Colonna, punto di riferimento per la vita della Capitale. Era nata la moda della Rinascente. "Dove ci incontriamo?" - si chiedevano i gruppi di amici. "Alla Rinascente!" - era la risposta.

La grande macchina commerciale, nata per i borghesi del centro, aveva presto manifestato la necessità di espandere la sua zona di influenza per accogliere la clientela in altri quartieri come Flaminio, Prati e Termini, rivolgendosi a ceti sempre più vasti.

Quest'esigenza richiedeva un nuovo edificio al passo con i tempi, specchio del progresso e capace di mantenere alta l'attenzione su di sè, contenendo al suo interno il mondo dell'oggi, ma annunciando, al tempo stesso, quello del domani.

Il progetto venne quindi affidato a Franco Albini e Franca Helg, a quel tempo architetti di spicco del panorama milanese, che riuscirono egregiamente a rispondere ai profondi cambiamenti storici.

Proprio i due progettisti lo descrivevano così: "La nuova Rinascente di Piazza Fiume è un edificio che per la gravità delle membrature richiama l'impostazione classica degli ordini sovrapposti, ma che si propone di essere facilmente percepibile dall'uomo della strada. Una volta di più si è visto - e il grande magazzino ce ne ha dato uno spunto assai felice - che l'architettura non è più fatta solo in ragione delle esigenze del committente esterno, ma, soprattutto, è un fatto sociale, che riguarda e coinvolge la collettività".

Il progetto verteva su un semplice volume quadrato, ben lontano dallo sfarzo umbertino di Piazza Colonna, definito da flussi interni per ottimizzare lo spazio commerciale.

Le aperture in facciata, poche e ben studiate a livello di prospetto, avevano il compito di rivelare dettagli spettacolari, come la scala elicoidale e le scale mobili, incuriosendo i passanti ad entrarvi.

La Rinascente piazza Fiume, Rome. Helicoidal staircase, [1962] | © Fondazione Franco Albini

Gli interni, affidati all'architetto Carlo Pagani, vedevano i 5000 mq serviti da 5 scale mobili per permettere il flusso e il deflusso di una media di 25.000 clienti all'ora, una risposta pragmatica alle esigenze della nuova Roma degli anni Sessanta.

Il design del 1961 diventava quindi espressione celebrativa dei simboli della modernità, anticipando l'era della globalizzazione.

La Rinascente di Roma piazza Fiume. Veduta del reparto uomo, [1962] | © Fondazione Franco Albini

Definita dallo storico e critico di architettura Reyner Banham "un'architettura tecnologica per un contesto storico", la Rinascente di piazza Fiume appariva come un complesso progetto che, attraverso la disposizione orizzontale dei telai in acciaio, richiamava le modanature tipiche dei palazzi romani mettendo in mostra un rivestimento di pannelli di cemento e granito che costituiva una versione prefabbricata e moderna della tradizionale facciata in pietra.

Una fusione tra design, architettura e tecnologia a servizio della funzione che doveva ricoprire, che dimostrava, al tempo stesso, le grandi capacità progettuali di Albini e Helg.

Rinascente Roma Piazza Fiume, in "Cronache laRinascente Upim" 1967, anno XX, numero 42

Facciate e interni, parzialmente trasformate nel corso degli anni per adattarsi alle esigenze spaziali del settore del commercio al dettaglio, avevano modificato l'edificio in un contenitore introverso, sacrificando in parte il suo ruolo nel contesto urbano.

Lo scorso anno, in occasione dell'anniversario dei suoi 60 anni, la Rinascente ha annunciato il remodeling project dell'intero store, affidato allo studio 2050+.

In linea con lo spirito moderno di Albini e Helg, il progetto di ristrutturazione ha, quindi, agito per ristabilire il ruolo della Rinascente di Piazza Fiume come uno spazio aperto a cittadini e visitatori.

Per sapere di più sulla storia della Rinascente, visita il sito archives.rinascente.it

immagine: © 2050+

Campo d'azione di 2050+: l'equilibrio tra restauro e conservazione

Tenendo conto del disegno di Franco Albini e Franca Helg, l'intervento dello studio 2050+ agisce sulla trasformazione architettonica degli esterni e sulla ristrutturazione del sesto piano.

"La modernità - affermano i progettisti - è senza tempo e non si basa sullo stile o sull'immagine, ma sui materiali e sulla funzione. Essere moderni significa incarnare e trasformare, piuttosto che simulare un atteggiamento".

Posizioni tradotte in interventi mirati, che raccolgono l'eredità del progetto originario sviluppando un rapporto dinamico con il passato, orientato alla ricerca dell'equilibrio tra restauro e conservazione.

A coronare il progetto architettonico è, poi, l'apertura del sesto piano che, oltre a segnare il restauro della facciata, rispecchia l'originaria volontà dell'edificio: uno spazio aperto e dinamico.

Partendo da considerazioni tattiche piuttosto che formali, il progetto include la sostituzione strategica di specifici componenti edilizie, con l'obiettivo di ridare vita a soluzioni sia tecniche che spaziali appartenenti al progetto originale, pur sempre adattate alle necessità di un grande magazzino contemporaneo.

Di nuova costruzione, invece, l'ascensore panoramico che, riprendendo la forma del vano scala - come previsto nella versione del progetto del 1957 - si inserisce armonicamente nella partizione strutturale della facciata, migliorando i flussi interni e fornendo l'accesso al ristorante al sesto piano direttamente dal cortile, anche al di fuori degli orari d apertura dell'edificio commerciale.

foto: © Alessandro Saletta, Agnese Bedini

Proprio dal cortile, con il ripristino della trasparenza delle superfici vetrate, viene rivelata la vista delle scale mobili, creando una suggestiva scenografia in continuo movimento.

Lungo piazza Fiume e via Salaria, invece, la sostituzione integrale delle vetrine ripristina le geometrie e le proporzioni originarie, mentre la porzione di copertura rivolta verso le Mura Aureliane viene trasformata attraverso l'introduzione di una superficie vetrata, per offrire ai clienti del ristorante un'inedita vista sulla città.

Tra luci, allestimenti modulari, superfici e una parete bugnata, gli interni esaltano le caratteristiche del progetto di Albini e Helg: il soffitto è impostato su una partizione grafica che introduce un motivo triangolare nel ritmo delle travi e diffonde la luce mentre un display modulare, che segue la struttura, riorganizza l'andamento del pavimento. 

foto: © Alessandro Saletta, Agnese Bedini

foto: © Alessandro Saletta, Agnese Bedini

disegni: © 2050+

 CREDITI DEL PROGETTO 

LA RINASCENTE PIAZZA FIUME 
architectural renovation project, Rome, Italy  


Team di progetto
Giacomo Ardesio • Mattia Inselvini • Francesca Lantieri • Camilla Morandi • Ippolito Pestellini Laparelli • Massimo Tenan • Chiara Tomassi  

Direzione lavori
: Archilabo
Local architect: PEI Engineering
Progetto di illuminazione: CS Progetti
Progetto strutturale: Studio Bartoloni
Progetto degli impianti: BRE Engineering
Consulente per il restauro delle facciate: Enrico Montanelli
Soluzioni e forniture facciate: Thema
General Contractor: CMB

Fotografie: © Alessandro Saletta, Agnese Bedini

+info: 2050.plus

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