DOCFA: guida completa all'accatastamento per ristrutturazione

Vediamo insieme come si compila una pratica di variazione catastale

di Emanuele Meloni

Il Docfa permette di inoltrare le denunce di variazione delle unità immobiliari urbane (oltre le nuove costruzioni). Vediamo insieme la procedura completa da seguire a seguito di una ristrutturazione di un appartamento.

DOCFA, acronimo di DOcumenti Catasto FAbbricati, è il Software per la compilazione dei documenti tecnici catastali, messo a disposizione gratuitamente dall'Agenzia delle Entrate. L'ultima versione disponibile del software è la 4.00.5 del 03/07/2019, scaricabile QUI.

L'unità di base, per il quale corre l'obbligo, da parte dei proprietari, di procedere alla iscrizione al Catasto dei Fabbricati di un bene immobile è l'unità immobiliare, così come definita dall'art. 2 del Decreto del 2 gennaio 1998 n. 28: "L'unità immobiliare è costituita da una porzione di fabbricato, o da un fabbricato, o da un insieme di fabbricati ovvero da un'area, che, nello stato in cui si trova e secondo l'uso locale, presenta potenzialità di autonomia funzionale e reddituale." Sono considerate u.i. anche (art.3) "le costruzioni ovvero porzioni di esse, ancorate o fisse al suolo, di qualunque materiale costituite, nonché gli edifici sospesi o galleggianti, stabilmente assicurati al suolo."

Ricordiamo che, dal 1° giugno 2015, per la trasmissione degli atti tecnici di aggiornamento catastale Docfa e Pregeo è obbligatorio l'uso delle procedure telematiche (Provvedimento 11 marzo 2015): i professionisti (iscritti ai rispettivi albi o ordini di appartenenza, devono presentare il documento tramite la piattaforma Sister, che prevede la propedeutica abilitazione al servizio presentazione documenti.

Il software, per chi è alle prime armi, non è affatto semplice ed immediato.

La grafica nostalgica, piuttosto scarna e datata, vintage (rimasta molto legata alla prima edizione del 1996) e la planimetria da inserire va redatta secondo rigidi schemi (e spesso il programma non la riconosce bene). Esistono però dei trucchetti per arginare questi problemi (che solo l'esperienza può insegnare).

La procedura di accatastamento, per quanto non complessa in linea di principio, può perciò risultare non priva di insidie. Vediamo come si compila una pratica di variazione catastale, tipica nel caso di una ristrutturazione edilizia che prevede almeno un cambiamento planimetrico (ad es. abbattimento o spostamento di un tramezzo), con una guida passo-passo.

DOCFA: guida completa all'accatastamento per ristrutturazione

Il Catasto dei Fabbricati

Il Catasto Italiano è l'inventario di tutti i beni immobili presenti sul territorio nazionale. Le sue finalità istitutive sono il censimento delle proprietà immobiliari per un'equa imposizione fiscale. Si dice infatti - e non a torto - che il catasto non ha carattere probatorio, né sulla proprietà né sui confini topografici, rappresentando l'accatastamento un adempimento di tipo fiscale-tributario.

A Roma esiste un caso speciale in cui la planimetria catastale ha carattere probatorio. Negli anni compresi tra il 1939 ed il 1941 venne eseguito un censimento di tutti gli immobili presenti, in linea con le politiche di rinnovamento e costituzione del Nuovo Catasto Edilizio Urbano, istituito con Regio decreto-legge del 13 aprile 1939 n. 652. In quegli anni, i tecnici del catasto, con grande sforzo di uomini e di mezzi, misero a punto il più grande censimento del patrimonio immobiliare capitolino mai realizzato. Ogni fabbricato fu sottoposto ad una verifica diretta, e accertamento planimetrico per mezzo di rilievi sul campo. Tale operazione andava a sanare tutte le irregolarità fino ad allora esistenti, considerando di fatto legittima la planimetria rilevata.

Il Catasto dei Fabbricati, istituito con il dlgs 557/1993, è l'archivio di tutte le costruzioni - urbane e rurali - d'Italia. In esso vanno dichiarate l'edificazione di nuovi immobili e la variazione nello stato di quelli già esistenti, nel caso in cui influisca sul classamento o sulla consistenza dell'unità immobiliare (ad esempio per fusione o frazionamento, cambio di destinazione, nuova distribuzione degli spazi interni, ecc.).

La dichiarazione, a carico degli intestatari dell'immobile, avviene con la presentazione all'Agenzia di un atto di aggiornamento predisposto da un professionista tecnico abilitato (architetto, ingegnere, dottore agronomo e forestale, geometra, perito edile, perito agrario limitatamente ai fabbricati rurali, agrotecnico). Anche i possessori, in caso di inerzia dei titolari dei diritti reali (ad esempio espropri, cause per usucapione, mancanza di eredi) possono presentare la dichiarazione DOCFA, nei soli casi di prima iscrizione in catasto dei beni immobili.

Il termine di presentazione delle dichiarazioni al catasto è fissato in trenta giorni dalla data di fine lavori (o dal momento in cui i fabbricati sono divenuti abitabili o servibili all'uso cui sono destinati o comunque decorrenti dalla data di ultimazione della variazione nello stato per le unità immobiliari già censite). In caso di tardiva presentazione, si applicano le sanzioni secondo le normative vigenti.

I professionisti possono utilizzare il software Docfa per l'accertamento:

  • delle unità immobiliari urbane di nuova costruzione (accatastamento);
  • delle variazioni dello stato, consistenza e destinazione delle unità immobiliari urbane censite;
  • delle unità afferenti edificate su area urbana, in sopraelevazione o su aree di corte;
  • dei beni immobili non produttivi di reddito urbano, ivi compresi i beni comuni, e relative variazioni.

Mentre per le variazioni di unità già censite è sufficiente l'invio della planimetria con le modifiche in essere, per le unità urbane di nuova costruzione è necessario anche l'aggiornamento cartografico (tipo mappale e/o tipo mappale e frazionamento) con il quale la particella cessa di vivere redditualmente al catasto terreni per continuare la sua vita fiscale al catasto fabbricati.

Docfa: accatastamento o variazione

Il Docfa consente l'invio dei documenti tecnici catastali del Catasto Fabbricati per le seguenti finalità:

  • richiedere l'accatastamento di nuove costruzioni;
  • inoltrare denunce di variazione delle unità immobiliari urbane;
  • ripresentare dei documenti a causa di disallineamenti della banca dati catastale.

La prima operazione da fare, una volta installato il programma, è quella di creare un nuovo documento, attraverso "file-nuovo" oppure cliccando sulla prima icona in alto a sinistra con il simbolo della pagina. Ci apparirà una finestra che guidano alla scelta del documento tra due tipi:

  • accatastamento
  • variazione

La prima opzione (accatastamento) è valida per tutti i casi di nuovo accatastamento, di nuove costruzioni, ampliamenti, soggetti a permesso di costruire o pratiche di condoni ancora da ultimare.

La variazione (oggetto di questo tutorial) ricorre in tutti gli altri casi, dove l'esistente è soggetto a modifiche, demolizioni, ricostruzioni. Le Scia o CILA per ristrutturazione e manutenzione straordinaria, che vanno a modificare le spazialità interne dell'unità immobiliare, ne sono i casi più frequenti nella vita professionale.

Scelta la tipologia, il sistema assegna in automatico il numero progressivo in base a quanti ne sono stati creati finora. Noi dobbiamo soltanto aggiungere una breve descrizione al documento, un testo arbitrario che lo rende facilmente identificabile tra i vari documenti Docfa già realizzati e che può essere il nome del cliente, l'indirizzo o un libero mix tra questi.

Va poi selezionata la Provincia che ospita l'unità immobiliare oggetto di variazione catastale. E, di conseguenza, è necessario scaricare l'archivio provinciale di riferimento che contiene le tariffe di estimo catastale, i prospetti per il classamento automatico, le sezioni relative ai comuni catastali, l'associazione per ogni comune tra fogli di mappa e zone censuarie, gli elenchi dei nomi delle strade per ogni comune.

Bisogna creare sul disco una directory in cui verrà scaricato il prodotto, ad esempio "c:archivi", e scaricare il file da questo link.

A quel punto, occorrerà selezionare l'archivio appena scaricato, in questo caso Roma (RM) tramite la ricerca dell'archivio tariffe cliccando su "sfoglia", e il software riconoscerà in automatico i dati del comune prescelto.

Fatto questo, il programma procede alla compilazione delle successive schede.

Quadro B del Modello D

Se scegliamo la strada della variazione di un fabbricato già esistente, il Docfa ci farà compilare per primo il Quadro B. La prima sezione riguarda il "Tipo Mappale". Questi dati sono facoltativi e necessari solo nel caso si effettuino modifiche alla particella catastale (come nell'ampliamento di un fabbricato). In tal caso, andranno inseriti il numero di protocollo e data; altrimenti non servono: il software andrà a pescarli automaticamente dalla mappa esistente in archivio.

Poi si passa alla sezione "unità immobiliari e derivate". Qui vanno definite il numero delle unità immobiliari soppresse, variate o costituite e le conseguenti unità derivate. Nel caso di una ristrutturazione interna di un appartamento avremmo 1 unità in variazione, e 1 unità derivata a destinazione ordinaria. Se invece, stiamo presentando un cambio di destinazione d'uso, dovremmo creare un nuovo subalterno e sopprimere l'esistente.

Va specificata inoltre la "causale di presentazione", selezionando una tra le seguenti opzioni:

  • 1. planimetrica (a scelta tra: frazionamento, fusione, ampliamento, demolizione, ristrutturazione)
  • 2. toponomastica
  • 3. ultimazione di fabbricato urbano
  • 4. di destinazione (es. da autorimessa ad abitazione)
  • 5. altre
  • 6. presentazione planimetrica mancante
  • 7. modifica identificativo
  • 8. richiesta ruralità

Per i punti 1,3,4 e 5 va anche inserita la data di completamento dei lavori.

Infine, va definita la "tipologia del documento", a scelta tra le seguenti:

  • Dichiarazione ordinaria
  • Dichiarazione resa ai sensi dell'art.1, comma 336, L. n. 311/04
  • Dichiarazione resa ai sensi dell'art.1, comma 340, L. n. 311/04
  • Stralcio di categoria E, art.2, comma 40, D. L. n. 262/06
  • Dichiarazione fabbricato rurale D. M. 26/7/2012
  • Dichiarazione di fabbricato rurale art.13 comma 14 ter DL 201/2011

Nella maggior parti dei casi, per dichiarare la variazione di una unità immobiliare già censita al Catasto fabbricati, se non fa seguito alla comunicazione del Comune, vale la dichiarazione ordinaria.

Nel caso della ristrutturazione, noi inseriremo come causale "planimetrica" per ristrutturazione (con data di fine lavori) e in "tipologia del documento", la dichiarazione ordinaria.

Quadro U: dati generali, ubicazione, classamento

Questa parte è dedicata all'inserimento delle informazioni generali dell'immobile, quali:

  • 1. dati catastali (foglio, particella, subalterno)
  • 2. ubicazione (via, numero civico, piano, scala, interno, lotto)
  • 3. dati di classamento (zona censuaria, categoria catastale, classe, numero vani

I dati di classamento, salvo che i lavori non determinino un mutamento rilevante del valore dell'immobile o che si tratti di ampliamento o nuova costruzione, vanno riportati così come risultano allo stato attuale (possono essere estrapolati da una visura catastale). Questo vale generalmente nel caso di una ristrutturazione con CILA.

Altrimenti, ad esclusione della zona censuaria ch'è individuata dal Comune di riferimento, vanno proposti dal professionista sulla base di analoghe unità immobiliari, simili per costituzione e area geografica.

Calcolare il numero dei vani è un'operazione che richiede l'applicazione di alcune regole e si ottiene da un'articolata mediazione tra tipo di stanza (cucina, camera, bagno) e superficie, in questo modo:

  • Vani principali (camere, soggiorno e cucina) = 1 vano (fino a 28mq, poi eccedenza)
  • Accessori diretti (bagni, ripostigli, corridoi, disimpegni) = 1/3 di vano
  • Accessori complementari (soffitte e cantine) = 1/4 di vano

Le dipendenze scoperte esclusive (cortili, giardini e terrazze) e vani di servizio in comune (portici e tettoie aperte, ecc.) vengono conteggiate come percentuale della consistenza complessiva fino ad un massimo del 10%. Gli arrotondamenti finali della somma ottenuta vanno eseguiti sul mezzo vano (ad es. se risulta 3,24 si arrotonda a 3 vani. Se invece risulta 3,3 si arrotonda a 3,5 vani).

Premendo OK, si apre la finestra delle "Note e Relazione Tecnica", uno spazio dove poter descrivere nel dettaglio i motivi alla base della variazione catastale denunciata.

Dati del tecnico e del dichiarante

Il passo successivo consiste nello specificare i dati del tecnico e del soggetto che lo ha incaricato a presentare la pratica, il cd. dichiarante.

Oltre a nome, cognome, indirizzo e iscrizione all'albo, va inserita la pec dove ricevere la corrispondenza. Prima di concludere questa parte, ricordiamoci di cliccare sul tasto centrale "attestazione per invio telematico", fondamentale per permettere il buon esito dell'invio informatico del docfa.

Basterà selezionare "sì". In questo modo ci si impegna a garantire il possesso della copia cartacea originale sottoscritta sia dal tecnico che dal dichiarante. Possiamo chiudere.

Abbiamo terminato la compilazione del Modello D, la prima parte del Docfa. Il programma ci presenta un quadro riepilogativo delle voci sinora compilate, che possiamo visionare e, all'occorrenza, aprire e modificare.

Elaborati grafici

Ogni immobile censito in catasto necessita di una rappresentazione grafica. Tale rappresentazione avviene, a seconda dei casi, attraverso l'elaborato planimetrico (EP) e/o la planimetria.

La redazione dell'EP, sempre accompagnata dall'"elenco subalterni" (in quanto parte integrante), non va fatta nella ristrutturazione di un appartamento, salvo che se ne costituiscono almeno due unità immobiliari. Per le unità immobiliari a destinazione ordinaria (categorie dei gruppi A-B-C) e a destinazione speciale e particolare (categorie dei gruppi D-E) è necessaria la rappresentazione mediante planimetria (come nel nostro caso).

L'elaborato grafico da allegare al Docfa richiede dei particolari accorgimenti: tipi di layer, testi, superfici, vanno regolati di modo che il software sia in grado di riconoscerli: il disegno deve essere semplice, chiaro, essenziale, pulito e leggero. Per ulteriori dettagli su come impostare una planimetria per Docfa, vi consiglio di seguire il nostro esauriente tutorial.

Cliccando sul bottone "elaborati grafici" o dalla barra in alto "funzioni-elaborati grafici", si apre una finestra che ci permette la gestione di:

  • elaborato planimetrico
  • planimetrie

Tralasciando l'EP che può essere inserito in alto (non necessario nel nostro caso), spostiamoci poco più sotto alla voce "Planimetrie U.I.U." Selezioniamo la riga con i dati catastali (foglio, particella, sub...) e cliccando in basso a sinistra sul tasto "modifica" o facendo doppio clic sulla stessa, accediamo alla scheda "associazione planimetria" per l'inserimento della pianta (predisposta come da tutorial in formato dxf). Basta scegliere la scala di riferimento, il formato (A3 o A4) e, attraverso il pulsante "sfoglia" andare a selezionare il file all'interno della cartella apposita.

Poi "avanti" e infine "termina". Adesso, se non abbiamo rilevato errori dal programma, abbiamo la nostra planimetria correttamente inserita. A questo punto occorre validare i poligoni. Per fare ciò clicchiamo in basso a destra, sotto la planimetria in miniatura. Abbiamo due pulsanti: "zoom" e "poligoni". Selezioniamo il secondo tasto e apparirà la schermata seguente.

Qui possiamo vedere i poligoni colorati sovrapposti alla planimetria di base, che possiamo qui inserire o modificare. Capita spesso purtroppo che nell'importazione qualcosa sia fuori posto. In tal caso, nei limiti del possibile possiamo intervenire qui (per piccole modifiche) oppure ritoccare il file cad e reinserirlo. Spesso è sufficiente cambiare soltanto il formato dxf, da 2004 a 2000 o viceversa (mi è capitato spesso e, non chiedetemi perchè, ha funzionato). Se invece ci soddisfa, selezionando e facendo clic su "ok", possiamo validare il risultato. Bene, la parte più oscura del software (corretto riconoscimento di planimetria e poligoni) è terminata, siamo ora pronti alla compilazione del prossimo modulo.

Modelli 1N e 2N

Siamo arrivati all'ultima parte dell'accatastamento telematico. Nelle ultime schede vanno descritte le caratteristiche tipologiche costruttive del fabbricato e delle unità immobiliari che lo compongono. Si distinguono in:

  • Mod. 1N per le unità a destinazione ordinaria censibili nei gruppi A, B e C.
  • Mod. 2N per le unità speciali e particolari censibili nei gruppi D ed E.

Nel nostro caso, essendo un appartamento a destinazione residenziale (gruppo A), ci occuperemo esclusivamente del modello 1N. Esso si compone nei modelli:

  • 1N parte I, per la descrizione delle caratteristiche generali del fabbricato;
  • 1N parte II, per la descrizione delle caratteristiche delle singole unità immobiliari.

La compilazione di tutti i campi del Mod. 1N consente al programma la definizione del "classamento automatico", perciò e per una miglior individuazione e descrizione dell'immobile, se ne consiglia una corretta e scrupolosa compilazione anche nei campi non resi obbligatori dal programma Docfa.

Modello 1N - parte prima

La prima parte del Modello 1N è relativa al fabbricato di cui fanno parte le unità immobiliari in oggetto. Per accedervi basta cliccare sul bottone in alto avente la dicitura "Modelli 1N/2N".

Nella finestra che appare, la metà superiore è dedicata al modello 1N (in alto la parte prima, al centro la parte seconda). La metà inferiore, dedicata al modello 2N, non essendo oggetto del nostro tutorial la tralasceremo.

Cliccando su "Compila" in alto a destra, si accede alle varie sezioni del modello. I quadri da compilare sono, nell'ordine:

  • A. Riferimenti catastali del fabbricato
  • B. Riferimenti temporali del fabbricato
  • C. Elementi descrittivi del fabbricato
  • D. Destinazione degli spazi ad uso comune (coperti e scoperti)
  • E. Posizione del Fabbricato (affaccio prevalente)
  • F. Caratteristiche costruttive del fabbricato (struttura portante, copertura, tamponature)
  • G. Dotazioni di impianti nel fabbricato (idrico, gas, citofono, riscaldamento, ascensore, acs...)
  • H. Recinzioni del fabbricato (materiali)
  • I. Finiture delle parti esterne del fabbricato
  • L. Finiture delle parti interne del fabbricato
  • M. Vincoli artistici e storici

È possibile passare da un quadro all'altro utilizzando le etichette poste sulla sinistra dello schermo. La sottolineatura presente in alcuni quadri ne indica l'obbligatorietà della compilazione e, all'interno degli stessi, le sezioni da compilare obbligatoriamente sono evidenziate in viola. L'avvenuta compilazione di un quadro viene segnalata dall'accensione di un pallino verde posto sull'etichetta.

Anzitutto (quadro A) vanno inseriti i riferimenti Catastali del Fabbricato sulla mappa del Catasto Terreni (C.T.) e su quella del Catasto Urbano (C.E.U.). Occorre poi specificare l'anno di costruzione e l'eventuale ristrutturazione totale.

Nel quadro C, va descritto il fabbricato rispetto alla posizione (isolato, contiguo, a schiera), al numero ed alla destinazione d'uso delle unità immobiliari, alle dimensioni (n. piani entro e fuori terra).

Il quadro D è dedicato alla destinazione degli spazi ad uso comune - coperti e scoperti - del fabbricato (terrazza, porticato, verde, piscina, alloggio custode...).

Il quadro E riguarda la posizione del fabbricato rispetto al suo intorno. È obbligatorio indicare almeno un tipo di affaccio relativo ad una sola facciata. Nel caso si sia barrata una o più caselle relative alla dizione "Altro tipo di affaccio" è obbligatorio inserire una breve descrizione nell'apposito campo.

Nel quadro F, vanno dichiarate le caratteristiche costruttive dell'immobile: tipo di copertura (a terrazza, a tetto), struttura portante (muratura, c.a., acciaio...), tamponature. È obbligatorio selezionare almeno un campo per ogni punto del quadro.

Il quadro G chiede di elencare tutti gli impianti comuni all'intero fabbricato (idrico, elettrico, gas, fognatura, telefono...). È obbligatorio inserire il numero di "Ascensori" nell'apposito campo, indicando "0" in mancanza di impianto. Se si sono barrate le caselle "Altro tipo di impianti" o "Fonti energetiche alternative" è obbligatorio inserire una breve descrizione nei relativi campi.

I quadri I ed L descrivono la finitura del fabbricato nelle sue parti, rispettivamente esterne ed interne. Dalle facciate (tinta, intonaco, legno, marmo...) ai serramenti (legno, metallo...) all'atrio scale (pavimentazione e finitura pareti). Infine, va dichiarato se il fabbricato è soggetto a vincoli artistici o storici (ai sensi della legge 1089/39).

Modello 1N - parte seconda

La seconda parte del modello 1N contiene i dati descrittivi di una porzione di immobile o di più immobili che organicamente danno luogo ad una unità immobiliare.

Questi, vengono integrati con i dati provenienti dall'acquisizione delle superfici tramite il metodo dei poligoni - attraverso la planimetria dxf importata - e con i dati necessari al calcolo della consistenza in metri quadri (come da Norme per il calcolo della consistenza in metri quadri pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 12-5-1998).

I quadri costituenti il modello 1N parte II sono, nell'ordine:

  • A. Riferimenti catastali dell'unità immobiliare
  • B. Riferimenti temporali dell'unità immobiliare
  • C. Dati metrici dell'unità immobiliare
  • D. Dotazioni tecnologiche dell'unità immobiliare
  • E. Caratteristiche costruttive e di finitura
  • F. Valore indicativo della U.I.U. e osservazioni

Il primo da compilare (quadro A) è molto simile alla prima parte modello 1N. I riferimenti catastali sono già presenti e derivano dai precedenti inserimenti. I riferimenti temporali possono variare, sia come anno di costruzione che come ristrutturazione, se l'unità ha una storia di più recente natura (è il caso degli ampliamenti e condoni) rispetto all'immobile al quale è stata assimilata.

Nel quadro C è obbligatorio dichiarare il numero dei vani Principali e la relativa superficie utile. Gli Accessori diretti non sono obbligatori, quelli indiretti invece, se presenti, va indicato solo il numero. Il campo "Superficie lorda" viene riempito in automatico dalla procedura.

Nel quadro D, va definito l'Impianto Autonomo (riscaldamento, condizionamento, acs, citofono...). Si ricorda che è obbligatorio inserire il numero di "Ascensori" nell'apposito campo (in mancanza di impianto, mettere "0").

Il successivo quadro E, la cui compilazione non è obbligatoria, riporta le caratteristiche costruttive e di finitura (pavimentazione e infissi).

In ultimo, il quadro F definisce la destinazione d'uso (obbligatorio). È facoltà del tecnico aggiungere osservazioni scritte in merito al classamento proposto.

Ricordiamo che premendo il tasto "OK", il software acquisisce i dati inseriti e visualizza o il successivo quadro obbligatorio non compilato oppure, al termine della compilazione dei quadri obbligatori, porta allo schermo Selezione Modelli 1N/2N.

Bene, abbiamo terminato la compilazione. Chiudiamo tutto per tornare alla schermata iniziale del Docfa.

Verifica ed esportazione del Docfa

Ora, prima dell'invio definitivo del documento, non resta che verificare che non ci siano errori. Per far questo clicchiamo sul tasto "controllo formale".

Se il riscontro della verifica è positivo, si può finalmente procedere all'esportazione del documento. Per fare ciò occorre uscire del tutto, cliccando sul pulsante "chiudi".

A questo punto, si attiveranno sulla barra in alto dei pulsanti nuovi. Tra questi, c'è quello di nostro interesse, il pulsante "esporta".

Cliccandoci si apre una finestra che, spulciando tra una lista di documenti, ci permette di sceglierne uno da esportare.

Nella funzione Esporta, il documento viene esportato in formato PDF/A sia per l'invio telematico che per la presentazione allo sportello.

Dopo aver selezionato il documento da esportare, compare lo schermo che permette di scegliere il drive e la directory dove salvare il documento. Il nome (NCV seguito dal numero cronologico della pratica) non va cambiato.

Invio del documento all'Agenzia

L'ultima operazione che conclude la pratica di accatastamento è l'invio del documento pdf appena salvato, direttamente sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Ricordiamo che il servizio è disponibile agli utenti abilitati alla presentazione documenti che hanno costituito un deposito (castelletto centrale o provinciale) presso il conto corrente dell'Agenzia. La presentazione degli atti di aggiornamento del Catasto dei Fabbricati prevede infatti il versamento dei tributi speciali catastali (Allegato 1 - Circolare n. 4/2012). Per ogni unità a destinazione ordinaria di nuova costruzione o derivata da variazione è previsto il versamento di euro 50,00.

Effettuiamo l'accesso a Sister, attraverso SPID e/o credenziali. Dal menù a sinistra, cliccando su "Presentazione documenti", si espanderà il menu contestuale con sette possibili opzioni. Oltre alla possibilità di richiedere una visura planimetrica e una voltura catastale, appare la voce "Docfa". Tra le varie opzioni è possibile fare una ricerca dei documenti inviati per verificarne lo stato di lavorazione.

Selezionando "Invio di un nuovo documento" si trasmette all'Agenzia delle Entrate il file pdf esportato dal software, sul quale va apposta la firma digitale (formato p7m).

Il professionista, infatti, sottoscrivendo il modello unico informatico catastale mediante l'apposizione della firma elettronica avanzata, attesta (mediante la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà di cui agli articoli 38 e 47 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445):

  • la qualifica professionale, il numero di iscrizione all'ordine di appartenenza e di non essere destinatario di provvedimenti di sospensione dall'esercizio della professione o di cancellazione dall'albo professionale;
  • che la presentazione dei documenti è effettuata su incarico dei soggetti obbligati;
  • che il modello inoltrato per via telematica è la rappresentazione informatica dei documenti cartacei originali sottoscritti.

Si ricorda che, i documenti originali cartacei (comprensivi degli allegati), devono essere sottoscritti e conservati, per un periodo di cinque anni, dal professionista e dai soggetti di cui all'art. 1, comma 2, del decreto del Ministro delle finanze 19 aprile 1994, n. 701.

Per approfondire

Emanuele Meloni Architetto per caso, creativo per vocazione. Sogna una dimora autocostruita, ecologica, a basso impatto ambientale, fatta di materiali naturali. Prodotta dalla natura, per tutti. Come giornalista è impegnato attivamente nella divulgazione della conoscenza tecnica e scientifica alternandosi tra web e riviste specialistiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

pubblicato il: