A caratterizzare le strutture storiche, un tempo destinate a sede della Guardia di Finanza di confine, erano le antiche murature abbandonate immerse nel suggestivo paesaggio alpino di Moncenisio, a cavallo tra le Alpi Cozie e Alpi Graie.

Un comune piccolissimo, abitato da una cinquantina di abitanti che, spinti dal profondo legame con la natura, sfidano le stagioni, anche le più rigide che vedono il paesaggio imbiancato dalla coltre di neve.

Sono queste le caratteristiche che donano al piccolo centro un fascino senza eguali, uno scenario perfetto per la realizzazione di un centro polivalente con residenze artistiche, volto alla quiete e alla contemplazione, ma anche alla socialità in ottica di turismo sostenibile.

Parte proprio da queste peculiarità il progetto di Coutan Studio Architetti - fondato da Edoardo Schiari e Maicol Guiguet, insieme ad Antonio De Rossi, Laura Mascino e Matteo Tempestini del Politecnico di Torino: una seconda vita per le storiche strutture, dunque, capace di andare oltre il banale recupero edilizio a favore dello sviluppo locale attento a non stravolgere gli equilibri del luogo.

L'intervento è silenzioso, rispettoso del contesto e della storia, che reinterpreta conferendo alle casermette un nuovo valore, un riadattamento per accogliere lo svolgimento di nuove attività.

Così la struttura più grande, con interventi minimi, si trasforma in uno spazio per eventi culturali e giardino alpino, mentre quella più piccola cattura maggiormente l'attenzione per l'inserimento, al suo interno, di due edifici lignei, perfettamente integrati dal punto di vista cromatico tra le sfumature del paesaggio montano.

foto: © Edoardo Schiari

Forma e funzione

La diversificazione di utilizzo soddisfa infatti la volontà di creare uno spazio multifunzionale in risposta alle esigenze della comunità per la promozione di attività culturali e sociali.

Il programma prevede, così, la possibilità di consentire la permanenza di artisti e creativi, orientando le scelte progettuali all'inserimento dei due volumi in legno, calati nel perimetro della struttura esistente senza modificarne la sagoma.

Si viene a creare un dialogo tra passato e presente che non solo preserva la memoria storica del luogo, ma promuove al tempo stesso una concezione contemporanea e innovativa dello spazio.

Compresenza di elementi del passato e del presente, tecnologia e sostenibilità: la trasformazione fisica degli edifici esistenti corrisponde all'idea di innescare un processo di rinascita per l'intera comunità montana.

La forma qui va oltre la funzione, offrendo un esempio ispiratore per comunità simili che cercano di reinventarsi in modo sostenibile.

foto: © Edoardo Schiari

100% risorse locali

La vocazione etica del progetto è testimoniata anche dall'esclusivo utilizzo di legno locale proveniente dalla Val di Susa, a conferma dell'impegno concreto verso l'economia circolare e il riutilizzo di risorse locali, in un'ottica di gestione sostenibile del territorio.

L'approccio integrato prevede il coinvolgimento di professionisti locali e competenze universitarie, mirando a combinare rinnovamento urbano, tecnologia innovativa e partecipazione comunitaria. Attraverso questa sinergia, il progetto diventa un modello esemplare che affronta sfide socio- economiche e ambientali specifiche delle regioni montane.

Un altro elemento distintivo è, infatti, l'attenzione alla sostenibilità energetica. Gli involucri performanti, le stufe a biomassa e i pannelli fotovoltaici assicurano l'indipendenza energetica dei due blocchi, contribuendo a una gestione efficiente delle risorse.

Le fotografie di Edoardo Schiari

foto: © Edoardo Schiari

CREDITI

Gruppo di Progetto
Politecnico di Torino - Antonio De Rossi, Laura Mascino, Matteo Tempestini
Coutan Studio Architetti - Edoardo Schiari, Maicol Guiguet

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